Le onde della baia di Vignola scuotono la maggioranza di centrosinistra. Frizioni nel consiglio comunale di Vasto tenutosi nel pomeriggio di oggi. L’argomento caldo è ancora una volta il progetto di difesa dall’erosione costiera contestato da alcune associazioni ambientaliste e dal comitato Litorale Vivo che ha promosso ricorsi davanti al Tar e al Consiglio di Stato (entrambi i tribunali amministrativi hanno dato ragione al Comune) contro un intervento ritenuto dannoso per le onde che oggi rendono attrattiva quella parte di costa per i surfisti.

A sollevare la questione è il gruppo Avanti Vasto che con Nicola Di Stefano ha presentato un’interpellanza per chiedere a quale punto è l’iter burocratico e la possibilità di «avviare un confronto pubblico e tecnico per valutare l’adozione del progetto alternativo con barriere sommerse, in grado di coniugare la tutela del litorale con la salvaguardia dell’onda».
A rispondere è il sindaco Francesco Menna che prima ripercorre le numerose tappe della vicenda partendo dal novembre 2023 ricordando, poi, l’incontro pubblico tenutosi in Comune sul tema per poi citare i tratti salienti dei curricula dei professionisti e delle società che hanno lavorato al progetto.
Il primo cittadino fa sapere inoltre che il presidente di Litorale Vivo, Antonio Mercorio, a fine maggio 2024 gli ha chiesto un incontro non davanti alle telecamere («Conservo il messaggio audio»). Durante questo confronto, ha continuato Menna, «a seguito di alcune dichiarazioni nei miei confronti, ho chiesto a Mercorio, «che mi risulta essere dottore ginecologo», di rivolgersi alla Procura della Repubblica (tormentone indiscusso, quello dell’andare in Procura, di questi 9 anni di mandato del sindaco Menna, nda), invitandolo a denunciarmi, ma non lo ha fatto».

«Quindi, invito Di Stefano a contattare il signor Mercorio, se lo dovesse conoscere, e a invitarlo ad andare presso la procura della Repubblica. Tra due mesi chiederò al segretario comunale di poter formalizzare un interrogazione al consigliere, se il regolamento lo permette, per sapere se è riuscito a far ancora più chiarezza», quindi l’arringa finale: «Alla fine di questa vicenda posso chiaramente dire una cosa, dopo 9 anni di consiliatura: un ginecologo non è un ingegnere idraulico, un ingegnere idraulico non è un ginecologo, un ginecologo può essere un consigliere comunale, un consigliere comunale potrebbe non essere ginecologo o ingegnere idraulico. Io non sono né ginecologo, né ingegnere idraulico, ma sono semplicemente il sindaco di Vasto che si deve attenere alle leggi, alle procedure e alle gare d’appalto. Credo che dopo un incontro in diretta Facebook, dopo il via libera dai vari enti, dopo le vittorie al Tar e in Consiglio di Stato, pensare ancora di mettere in discussione questa opera è qualcosa di anomalo».

Piccata la replica di Di Stefano: «Mi verrebbe da dire “Essere o non essere”, ora faccio fatica a capire chi sono io. Innanzitutto io sono il consigliere comunale Nicola Di Stefano, in aula non vedo il dottore ginecologo, non vedo l’associazione Litorale Vivo, c’è il gruppo consigliare Avanti Vasto che ha fatto una semplice interpellanza con delle semplici domande. Non abbiamo messo in discussione i curricula delle società, abbiamo semplicemente chiesto se è possibile integrare o rivedere l’attuale progetto che per me, non essendo ingegnere o ginecologo, è validissimo. Abbiamo chiesto se è possibile integrarlo con una piccola variazione e a che punto è l’iter amministrativo. Non abbiamo messo in discussione né il suo operato né l’operato degli altri».
«A quanto pare avere queste risposte non è possibile, staremo a vedere – ha poi concluso Di Stefano – Il suo riferimento alla Procura della Repubblica non è stato molto garbato perché non ci sono mai andato, non ho intenzione di andarci, se il dottore ginecologo ha intenzione di andarci saranno fatti suoi».