L’impresa di Senese: «Ci ho creduto sin dal primo giorno. Tifosi e Precali speciali, futuro da definire»

Un miracolo sportivo lungo 111 giorni. A fine gennaio, dopo il kappaò interno contro la Pro Vasto, a San Salvo, in molti, se non tutti, tremano al pensiero della retrocessione diretta. Paura rimasta a galla per quasi tre mesi ma cancellata definitivamente domenica 18 con la vittoria nel decisivo di playout a Pescara.

Dove i biancazzurri hanno conquistato la salvezza conquistando la prima vittoria in trasferta del 2025, decisiva dopo aver raccolto due pareggi e ben sette sconfitte lontano da casa. L’ambiente sansalvese è stato rivitalizzato dalla cura Senese-Precali, il duo arrivato il 27 gennaio e capace in meno di quattro mesi di rivoltare il gruppo come un calzino raggiungendo l’obiettivo prefisso a inizio stagione ma che sembrava impossibile da raggiungere qualche mese fa. «In quella domenica sera di fine gennaio – le parole del direttore sportivo Gianluca Senese – ho detto subito sì alla chiamata del San Salvo, con Precali ci eravamo già confrontati nei giorni precedenti, qualcosa già si muoveva e non vedevamo l’ora di tornare in pista e aiutare il San Salvo nella risalita».

Proprio a Precali (in 15 partite 5 vittorie, 5 pari e altrettante sconfite) è dedicato uno dei passaggi della chiacchierata: «Conosco “Jonny” da decenni, so che con lui una scossa positiva arriva sempre. Qui a San Salvo dieci anni fa aveva addirittura conquistato uno splendido terzo posto, conosce la piazza e con poche parole e tanti fatti è riuscito a rivitalizzare un gruppo che per molti sembrava ormai destinato a un amaro destino. In poche parole è una persona speciale, uno numero uno in tutti i sensi». Dal tecnico istriano all’apporto dato dai tifosi, Senese spalma miele anche per esaltare il loro contributo: «Speciali e fantastici, in questi quattro mesi sono sempre stati al nostro fianco senza mai una critica ma incitandoci tutti i giorni tra allenamenti e partite ufficiali, una bella fetta di salvezza è arrivata anche grazie al loro contributo».

A inizio febbraio, nonostante il mercato quasi chiuso il ds di Montenero di Bisaccia, in accordo con mister Precali, ha dato vita a una rivoluzione importante in organico tra uscite ed entrate: «Sapevo che ci voleva una scossa, alcuni elementi non erano adatti alle nostre esigenze, in pochi giorni siamo riusciti a ricostruire un organico smentendo anche chi all’interno di questa realtà non credeva più nella salvezza, l’ultima parola è sempre quella del campo e ci ha dato ragione». Ad alcuni “pezzi” però non ha rinunciato, pensando a capitan Cattafesta, Cardinale, Polisena, Della Penna e Colitto: «Li conoscevo tutti, sapevo quello che potevano e volevano ancora dare, si sono messi a disposizione alla grande per il bene del San Salvo aiutando i nuovi ragazzi ad ambientarsi in poco tempo nella nuova realtà». Tornato a San Salvo con le idee chiare, ha sempre creduto nell’impresa salvezza ma «contro la Virtus Cupello durante la partita il gol non arrivava. Sapevo che quella partita sarebbe stata il nostro spartiacque, un pareggio ci avrebbe condannato in largo anticipo ma la vittoria è stata linfa per i successi contro Spoltore e Folgore».

Conquistato sul campo il diritto di partecipare al campionato di Eccellenza anche per la stagione 2025/2026 il San Salvo ora dovrà capire come e soprattutto da chi ripartire. Ancora con Senese come direttore sportivo? «Abbiamo raggiunto solo cinque giorni fa la meritata salvezza – ha precisato il direttore sportivo – ce la stiamo ancora godendo ma ci sono ancora dei dettagli che vanno sistemati e conclusi. Nei prossimi giorni incontrerò la dirigenza per capire se ci sono ancora i presupposti per proseguire insieme. Al momento, per fortuna, qualcosa già si muove, vuol dire che tra Casalbordino e San Salvo in queste ultime tre stagioni qualcosa di buono ho fatto». A inizio febbraio il direttore molisano ha rischiato grosso con un malore non leggero: «Ho rischiato tanto, per fortuna tutti sono stati tempestivi e l’operazione è andata alla grande. Avrei dovuto riposare di più ma c’era una salvezza da conquistare, domenica a Pescara mi sono tuffato tra i tifosi, il cuore ha retto anche questa volta anche se ero parecchio arrossato ma è stato un gesto liberatorio dopo quattro mesi intensi e vissuti tutti i giorni sul filo di lana».

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