Rame estratto dai cavi dismessi dell’eolico e rivenduto illecitamente: un arresto

Rivendeva illecitamente il rame estratto dai cavi dismessi degli impianti eolici abbandonando i rifiuti nei pascoli. Un uomo è stato arrestato dopo un’articolata indagine condotta dai carabinieri forestali di Villa Santa Maria, in collaborazione con i militari della stazione di Castiglione Messer Marino, che ha portato alla luce un grave caso di gestione illecita di rifiuti e traffico clandestino di rame, connesso al settore delle energie rinnovabili.

Nel corso dei controlli per la tutela ambientale e la prevenzione di infiltrazioni criminali nei cantieri, i militari hanno scoperto un ingente quantitativo di cavi elettrici dismessi – tra cui fili di rame e residui di guaine – abbandonati nei terreni pascolivi in territorio di Monteferrante. Le indagini successive hanno accertato che i materiali provenissero dalla dismissione dei cavidotti usati per collegare gli impianti eolici al parco energetico. «Secondo la normativa vigente, tali rifiuti – spiegano i carabinieri forestali – classificati come speciali non pericolosi avrebbero dovuto essere gestiti attraverso procedure certificate e smaltiti esclusivamente in impianti autorizzati. Tuttavia, è emerso che i cavi sono stati ceduti illegalmente a soggetti privi di ogni autorizzazione, violando le normative ambientali e contribuendo al traffico illecito di metalli».

Tra gli elementi più preoccupanti sottolineati dalle forze dell’ordine c’è l’attività clandestina di separazione del rame e la sua successiva rivendita sul mercato nero: «In un’attività commerciale di Castiglione Messer Marino, i carabinieri hanno rinvenuto grosse quantità di fili di rame già estratti dalle guaine, pronti per essere smerciati. La scena è stata documentata anche tramite riprese video».

Uno dei principali responsabili, un pregiudicato operante in clandestinità, si occupava della lavorazione e commercializzazione del rame rubato, cercando di eludere i controlli delle autorità. Dopo mesi di latitanza, pochi giorni fa, è stato individuato e arrestato dai militari dell’Arma e ora si trova detenuto nella Casa lavoro di Vasto.

Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato e affidato a un responsabile di cantiere incaricato del corretto smaltimento secondo le disposizioni di legge. Altri accertamenti hanno provato che parte dei rifiuti era già stata smaltita illegalmente e venduta a soggetti non autorizzati alimentando pratiche illecite che mettono a rischio l’ambiente, la sicurezza pubblica e la trasparenza del mercato del riciclo.

Foto di repertorio

«L’episodio evidenzia le gravi conseguenze della gestione irregolare dei rifiuti speciali, in particolare dei cavi contenenti rame – concludono i carabinieri forestali – L’abbandono incontrollato di materiali inquinanti rappresenta una minaccia concreta per il suolo, le risorse idriche e gli ecosistemi locali. Allo stesso tempo, il traffico di rame alimenta un mercato parallelo, sottraendo risorse alla filiera legale del riciclo e favorendo infiltrazioni criminali in un comparto strategico come quello delle energie rinnovabili».

«L’indagine lancia un chiaro monito: la transizione energetica non può diventare terreno fertile per nuove forme di illegalità. È fondamentale rafforzare i controlli, applicare con rigore le normative e promuovere la collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e imprese del settore. Solo così sarà possibile garantire la sostenibilità, la legalità e la trasparenza della green economy».

Le indagini sono ancora in corso. Gli inquirenti stanno approfondendo ulteriori collegamenti e responsabilità, con l’obiettivo di smantellare l’intera rete coinvolta e «fare piena luce su un episodio che getta ombre inquietanti sul volto ecologico del progresso».

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Comments 1

  1. Nicola Di Nanno says:

    Si vede del fumo, siamo sicuri che le guaine di plastica non venissero anche bruciate? Non sarebbe una novita’.

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