Gara per le concessioni, forma e sostanza viaggino insieme: abbellire sì, ma anche aprire di sera

Nell’impegno, legittimo, dei balneatori a trovare margini d’azione nei meandri della direttiva europea Bolkestein e opportunità sottese alle sentenze della giustizia amministrativa, ciò che conta per Vasto è che la forma e la sostanza viaggino di pari passo. È un dato di fatto che il turismo sia innanzitutto bellezza e, dunque, l’aspetto formale abbia lo stesso peso di quello sostanziale, che si identifica nella qualità dei servizi e nelle opportunità di divertimento ed esperienza offerte ai turisti.

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Ed è fuori di dubbio che la gradevolezza dei luoghi diventi vetrina contemporanea nell’epoca social in cui i selfie pubblicati a getto continuo hanno soppiantato, ormai da anni, le cartoline, che pure nelle edicole fanno ancora mostra di sé come prodotto destinato a una nicchia di clienti. Dunque la strada per chi vuole aspirare alla conferma delle concessioni balneari è nelle regole del futuro bando pubblico per appaltare i tratti di spiaggia entro il 30 giugno 2027.

Incardinandoli su tre precedenti – una direttiva interministeriale e le leggi regionali di Emilia-Romagna e Veneto – il sindaco di Vasto, Francesco Menna, ha annunciato i criteri che l’amministrazione comunale seguirà per redigere il bando di gara. Sostenibilità ambientale, qualità dei servizi, abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche il project financing: l’impegno degli aspiranti all’assegnazione dei tratti di spiaggia a investire somme «per un’opera di pubblica utilità», come ha detto il primo cittadino a margine del convegno sul futuro degli stabilimenti balneari organizzato da Psi e Avanti Vasto.

In questo i balneatori si sono organizzati per tempo, facendo redigere un progetto di finanza che prevede il rinnovamento delle loro strutture in base a quelli che saranno i parametri del bando pubblico e la riqualificazione dei lungomari Cordella e Duca degli Abruzzi. Una proposta che, per loro, significa “investimento rilevante, ma siamo fiduciosi”, come ha dichiarato a Chiaro Quotidiano nei giorni scorsi Massimo Di Lorenzo, rappresentante locale della Fab Cna e membro del cda di Lidi vastesi, il consorzio degli imprenditori balneari di Vasto Marina.

Accanto la forma, sia pure di rilevanza fondamentale, c’è la sostanza, che si traduce nella domanda: cosa offrire oltre alla spiaggia? In questo senso, sarebbe sbagliato sottacere quanto Vasto Marina sia diventata, anno dopo anno, sempre meno attrattiva di sera. In auto, bus o navetta, molti dei turisti che alloggiano sulla costa preferiscono salire nella città antica. Le prime avvisaglie di un calo delle presenze serali si ebbero già nell’ormai lontana estate del 2008, quando la riviera iniziò a soffrire la concorrenza interna del centro storico di Vasto, dove tutt’ora permangono maggiori opportunità di intrattenimento pubblico, per la maggior parte concentrate nei Giardini di Palazzo d’Avalos.

Probabilmente ciò che è cominciato 17 anni orsono è stato anche il frutto di una scelta politica: Vasto Marina e Riserva di Punta Aderci di giorno, borgo antico di notte. Non va, inoltre, sottovalutata la carenza di locali commerciali nel cuore della riviera che rende difficile accrescere l’offerta privata. Perciò l’alternativa è proprio la spiaggia, a parto che gli stabilimenti balneari tornino ad aprire anche di sera, magari organizzando a turno intrattenimento musicale, coordinando l’offerta tramite i due consorzi della riviera. Alcuni (pochi) già lo hanno fatto la scorsa estate. Rimettere a nuovo le strutture, come prevede il progetto dei balneari, può dare finalmente l’opportunità di tornare a vivere l’arenile dal mattino alla notte. Come succedeva ormai una ventina d’anni fa. Nell’opinione pubblica locale non sono pochi a pensare che sarebbe un utile criterio da inserire nel bando.

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