Paolucci (Pd): «Con Marsilio arriva la stangata Irpef dopo tagli alla sanità e debiti»

«Dopo aver aumentato deficit e debiti della sanità abruzzese Marsilio è costretto a uscire allo scoperto, annunciando l’aumento delle tasse per ripianare il disavanzo prodotto. È il fallimento dei fallimenti quello di costringere a lacrime e sangue gli abruzzesi con la rimodulazione dell’addizionale Irpef che in alcuni casi raddoppia, colpendo principalmente il ceto medio, quello a cui prima ha tolto prestazioni e servizi sanitari e ospedalieri e che ha costretto ad andarsi a curare fuori o, nella peggiore delle ipotesi, a rinunciare a curarsi». Lo afferma Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale.

Silvio Paolucci (Pd)

«Ora è indispensabile e urgente che l’esecutivo venga in Consiglio Regionale, non può passare come se fosse normale una mazzata che colpisce chi più paga i tagli denunciati anche nei report ministeriali, dell’Agenzia sanitaria regionale e nei dati della Fondazione Gimbe sui Lea, numeri che ci vedono inadempienti su prevenzione e sanità territoriale e che riguardano le persone. Un quadro di seria crisi del sistema sanitario regionale, ma soprattutto una decisione non legittimata dai fatti: come si fa ad aumentare tasse senza essere stati in grado di produrre altro che debiti e decurtazioni di servizi? Ma soprattutto, come si può pensare che avendo prodotto solo passività, si possa andare a toccare le tasche della comunità lasciata anche senza farmaci, per tappare i buchi prodotti in bilancio? E, infine, come possono essere promossi i manager della Asl Aabruzzesi a fronte di tanto caos?».

«Gli aumenti – commenta Paolucci – sono una vera stangata, esattamente come avevamo annunciato e lo sono specie in alcune fasce di reddito che vedono addirittura raddoppiate le percentuali Irpef. Nella migliore delle simulazioni ipotizzate, il primo scaglione è all’1,73% per redditi fino a 28.000 euro, ma il secondo e terzo scaglione (cioè da 28.000 a 50.000 e oltre i 50.000 euro) si passa a 2,63 e si arriva a 3,33 per cento, con aumenti che arrivano fino a 84 euro al mese. Nella peggiore delle ipotesi, invece, si passa da una percentuale di 1,73 per redditi fino a 28.000 euro, al 3,33 del secondo e terzo scaglione, con aumenti mensili che arrivano a toccare oltre 96 euro al mese per i redditi più alti. Di fronte a questa fotografia della situazione, la prosopopea del presidente è davvero vergognosa, annunciare l’aumento come se fosse normale o dovuto, dopo sei anni di inerzia su tutte le priorità di famiglie, imprese, donne, giovani, Comuni e aree interne è davvero la beffa peggiore per la comunità. Altro che adeguamento per dare più servizi, questo aumento serve a coprire un debito rispetto servizi già tagliati: attualmente a Marsilio servono tra i 60 e 70 milioni di euro di coperture di debiti che sono diventati strutturali per le Asl col governo della destra, questo nonostante abbia negato e cercato di nasconderlo in ogni modo durante la campagna elettorale dell’anno scorso. Uscire da questa situazione di appesantimento del sistema sanitario regionale è difficile anche con nuove tasse: in questi anni è mancata la governance, come ha riconosciuto lo stesso governo Meloni strigliando duramente la Regione su adempimenti e Lea attraverso il ministro della Sanità che peraltro è espressione di Forza Italia».1

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