«Per difendere il territorio bisogna sapere cosa abbiamo nel territorio». C’è prima di tutto la conoscenza alla base di un progetto di difesa e valorizzazione, a rimarcarlo è Ivano Fabbri del Gruppo Speleologico Faentino che dal 24 al 26 gennaio è andato alla scoperta del gesso del Vastese. Per il gruppo si tratta della seconda visita in Abruzzo, gli obiettivi sono la ricognizione e la mappatura di grotte (vere e proprie miniere di informazioni sulla storia del territorio) e ambienti legati al gesso a supporto dell’ambizioso progetto del Gal Maiella Verde che punta, insieme ai Comuni interessati, all’istituzione di un Parco regionale dei gessi dei monti frentani.
L’intervista a Ivano Fabbri
I lavori vanno avanti da un paio di anni [QUI LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO] e tra le varie tappe, nell’estate scorsa, c’è stata la visita degli amministratori del Vastese al Parco regionale della vena del gesso romagnola. Questa importante realtà, ormai consolidata, è stata inserita di recente nel Patrimonio Mondiale Unesco e raggruppa sei piccoli comuni dell’entroterra romagnolo tra le province di Ravenna e Bologna: Brisighella, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Casola Valsenio, Fontanelice e Riolo Terme.
Le affinità con il Vastese ci sono [LEGGI] così come le potenzialità, l’obiettivo è percorrere la stessa strada mettendo insieme i paesi del gesso – Dogliola, Palmoli, Tufillo, Fresagrandinaria, Lentella, Cupello, Furci, San Buono e Gissi – per dar loro un piano di sviluppo ambientale e turistico.
Fabbri, che è anche dipendente del parco romagnolo, e gli amici del Gruppo Speleologico Faentino sono rimasti piacevolmente colpiti da questo lembo d’Abruzzo. Si tratta della loro seconda visita – sempre guidati da Alessio Massari (Gal Maiella Verde), instancabile fautore del progetto – dopo quella di metà ottobre 2024 ed è stata l’occasione per mappare la prima delle grotte visitate, a Lentella, che si estende per circa 200 metri con una profondità di 40 metri (nelle prossime settimane saranno resi noti tali rilievi).
Le esplorazioni sono poi proseguite in altre grotte, doline e cave dismesse a Fresagrandinaria, San Buono e Furci. In molti casi i siti sono stati individuati grazie ai racconti dei residenti, testimonianza di quanto sia importante portare avanti la memoria di certi luoghi. Nei prossimi mesi le esplorazioni proseguiranno, tra le località da raggiungere c’è sicuramente Gissi che può vantare ampie grotte al cui interno si trovano anche interessanti specie animali.
Tra i vari ritrovamenti, da annoverare a Lentella un cristallo di gesso (selenite) di circa mezzo metro che sarà esposto in municipio (e in futuro in una struttura legata al progetto di parco) e a Furci una interessante concrezione mista zolfo-gesso, portata in Romagna per essere analizzata.
I membri del Gruppo hanno donato al Comune di Lentella, al sindaco Marco Mancini, una finestra realizzata con le “lastre” di lapis specularis: queste scaglie di gesso trasparente in antichità venivano usate al posto del vetro.
Quella del parco regionale è un’ambizione che sta lentamente prendendo forma e che rappresenta la differente visione di sviluppo rispetto alla pioggia di progetti eolici che sta interessando lo stesso territorio. Il pezzo più concreto di tale puzzle, finora, è il primo tratto del Sentiero dei gessi inaugurato nell’aprile del 2024: sedici chilometri che uniscono Dogliola, Fresagrandinaria e Lentella e che in futuro dovrà estendersi fino a Gissi e, magari, Gessopalena (altro paese-simbolo della presenza di questo minerale in regione) [LEGGI].