Tredici milioni di euro per recuperare 16 beni culturali dell’Abruzzo non ci sono più. È il caso di Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, progetto di qualche anno fa che nel 2019 e nel 2021 ha ammesso al finanziamento 42 interventi in tutta l’Italia destinando alla nostra regione una somma complessiva di 12.987.089 euro.
A fine 2022 è invece arrivato il colpo di spugna: una delibera Cipe ha previsto il definanziamento di tutti gli interventi impedendo di fatto agli enti attuatori di proseguire con l’iter procedurale negando di fatto la possibilità di intervenire sui beni culturali inizialmente sovvenzionati. Per questo motivo, qualche settimana fa, i sindaci di tutta Italia, che inizialmente avevano visto ammessi i propri interventi, hanno protestato a Roma.
In Abruzzo il taglio ha riguardato importanti luoghi-simbolo. Tra questi ci sono, ad esempio, la suggestiva abbazia di San Martino in Valle all’interno delle gole di Fara San Marino, il castello di Casoli, l’abbazia di San Giovanni in Venere di Fossacesia.
Di seguito tutte le opere defininanziate:
• Castello ducale di Crecchio: 35mila euro
• Centro museale scuola di restauro di Tornareccio: 500mila euro
• Complesso monumentale di San Giovanni in Venere a Fossacesia: 620mila euro
• Palazzo Castracane a Villa San Maria: 800mila euro
• Castello di Casoli: 840mila euro
• Abbazia di S. Martino in Valle a Fara San Martino: 1.200.000 euro
• Palazzo Cavacini a Castel Frentano: 1.190.000 euro
• Linea Gustav a Civitella Messer Raimondo: 1.500.000 euro
• Palazzo Botticelli a Collelongo: 300mila euro
• Torre delle Stelle di Aielli: 400mila euro
• Fontane storiche di Picciano: 150mila euro
• Complesso museale municipale di Loreto Aprutino: 1.099.089 euro
• Castello di Rosciano: 2.000.000 euro
• Chiesa di San Lorenzo a Civitella del Tronto: 150mila euro
• Villaggio del Fanciullo a Silvi Marina: 1.000.000 euro
• Centro museale della Val Vibrata a Corropoli: 1.203.000 euro
Come detto, il caso finisce in Parlamento con un’interrogazione dell’ex presidente Luciano D’Alfonso, oggi deputato, indirizzata alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. D’Alfonso sottolinea che «Sono innegabili la rilevanza sociale e il valore economico che il patrimonio culturale riveste ed è un dovere della comunità restaurare e restituire all’umanità le antiche testimonianze di cultura. Il finanziamento dei progetti, oltre a consentire la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, costituirebbe un’ulteriore azione di stimolo per la ripartenza economica del Paese».
L’ex presidente intende sapere se e quali, iniziative utili e coordinate, i destinatari dell’interrogazione, intendano assumere:
• per consentire sollecitamente il ripristino delle risorse (13 milioni di euro a 16 Comuni abruzzesi) assegnate al progetto denominato “Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”, anche prevedendo, alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime, o l’adeguamento dei finanziamenti dei progetti aumentandone le dotazioni finanziarie in quantità adeguate per far fronte a detti aumenti, o, in alternativa, prevedendo la possibilità, a discrezione di ciascuna amministrazione, di rimodulare i progetti sulla base delle risorse già stabilite dal progetto;
• per consentire un rapido trasferimento dei fondi agli enti ammessi al finanziamento;
• per favorire, in conformità allo status di ogni singolo progetto, l’iter procedimentale, stabilendone un concreto snellimento;
• per consentire ai soggetti attuatori la rapida realizzazione dei progetti.
Inoltre, D’Alfonso chiama in causa anche la Regione: «Invitiamo la Commissione di vigilanza dell’assise regionale a ripercorrere l’iter di quanto accaduto, consapevoli che il misfatto è opera delle amministrazioni centrali ma la Regione siede nella Conferenza Stato-Regioni e avrebbe dovuto far sentire la sua voce a difesa del territorio, invece di trincerarsi dietro un silenzio complice».
Promessa (non) mantenuta!
E’ chiaro che la propaganda serve per arrivare al traguardo e le promesse si dimenticano (anche se c’è del duro lavoro per accaparrarsi i fondi, andato in disgrazia anche quello).
E’ alttresì evidente che per certi schieramenti politici non è concepibile investire sulla cultura, meglio investire sull’ignoranza che la monetizzazione è assai certa.
Devastante …