SS16, incredibile ma vero: parte l’iter autorizzativo per la variante di 9 km. Tre anni per realizzarla

Dopo decenni di botta e risposta e litigi, un primo lotto di variante alla Statale 16 (o lotto zero) approda al ministero dell’Ambiente e dà il via all’iter autorizzativo. È stato pubblicato oggi 15 gennaio, sul sito del Ministero, per la valutazione d’impatto ambientale, il progetto SS 16 Adriatica – Variante alla S.S.16 Adriatica nel tratto Vasto Sud-San Salvo Marina dal km 517+000 al km 524+000: uno step, non scontato, che arriva dopo l’accordo trovato nell’ottobre 2024 dai Comuni di Vasto e San Salvo (oltre ad Anas e Regione).

Si tratta dei primi passi dell’opera che, da tempo ormai immemore, contraddistingue la discussione politica. L’obiettivo della variante è spostare il traffico dalle aree urbanizzate di Vasto Marina e San Salvo Marina su un tracciato interno grazie all’adeguamento di strade esistenti e alla realizzazione ex novo di alcuni tratti. Il progetto Anas è stato realizzato dalla Proger (capogruppo mandataria) e da Progin, Sina e Breng.

Il tracciato

I tratti previsti da questo lotto sono quattro, il primo dei quali nel centro abitato di Vasto Marina: qui si prevede l’adeguamento del tracciato esistente. Il secondo parte con una nuova rotatoria da realizzare in via Ragusa. Qui, come si legge nella documentazione, «è prevista la realizzazione di una viabilità ex novo che inciderà il fianco orientale di Monte Vecchio e di Colle Selvotta per circa 2 km» per connettersi con via Buonanotte.
Il terzo tratto prevede l’adeguamento della viabilità secondaria di via Buonanotte per 2,5 km. È la strada già esistente che prosegue poi, una volta attraversata via Grasceta in territorio di San Salvo, prosegue nella zona industriale.

Via Selvotta dopo l’intervento

I 9 chilometri si concludono con il quarto tratto «che prevede il ricongiungimento del tracciato di studio con la SS 650 in corrispondenza dello svincolo esistente». Questo, probabilmente, almeno sulla carta sarà uno dei più delicati data la vicinanza con fabbriche e abitazioni. Com’è possibile osservare nella documentazione, bisognerà realizzare ex novo un pezzo di strada: questo partirà a ridosso del parcheggio dei tir e dell’ingresso della Pilkington per gli autotrasportatori, taglierà in due l’area coltivata retrostante per proseguire sul terreno lasciato libero dall’abbattimento del rudere ex Icomi, scavalcare grazie a un sovrappasso l’attuale strada presente per passare tra alcune abitazioni prima di raccordarsi con la Statale 650 “Trignina”. Qui, all’altezza delle attuali rampe (nelle vicinanze di Pasquarelli), sarà realizzata una rotatoria (così come nell’altro lato come è possibile osservare dal rendering).

Su tale connessione tra terzo e quarto tratto, sembra emergere una discrepanza riguardante il tratto ex novo sul terreno oggi coltivato: nello studio di impatto ambientale, questo viene definito ad “alto rischio archeologico” per la potenziale presenza di reperti e che quindi «si è rivista l’intersezione di collegamento tratto III e IV sviluppando un’intersezione a rotatoria a 3 bracci preceduta da un’intersezione a T per l’innesto di via Grasceta», negli elaborati resta però la proposta qui sotto (resta inalterato l’uso del terreno ex Icomi).

Da costruire

Tra le opere necessarie alla variante – che, in base agli studi fatti dai progettisti, migliorerà i livelli di qualità dell’aria e di emissione acustica – c’è il viadotto Buonanotte. Quello esistente sarà demolito, ne sarà costruito un altro di 100 metri di lunghezza con due campate da 40 metri e una campata da 20 metri.
Ci sarà bisogno poi di alcune rotatorie come quella di raccordo tra via Grasceta e contrada Piane Sant’Angelo o a un’altra, minore, in corrispondenza dello svincolo per la stazione sempre da via Selvotta. Soprattutto nel tratto sansalvese, l’adeguamento consiste nel portare in quota l’attuale sede stradale con appositi terrapieni garantendo anche lo scavalco della vecchia ferrovia e di altri attraversamenti.


Tra gli interventi necessari c’è la rimozione degli alberi, soprattutto olivi. Questi, si legge, saranno espiantati, conservati in apposite aree di stoccaggio e reimpiantati in aree selezionate per gli interventi di inserimento paesaggistico ambientale.

I tempi

Da domani 16 gennaio, partono i 60 giorni di tempo per la presentazione delle osservazioni da parte di enti, privati e portatori d’interesse in genere (scadenza, quindi, il 16 marzo). Partirà poi la fase di valutazione che per opere del genere richiede minimo alcuni mesi (molto dipenderà dalle richieste di integrazioni e correttivi).
Una volta terminato l’iter autorizzativo e ottenuti tutti i permessi (e dando per scontato che ci siano i 100 milioni di euro necessari), la stima complessiva per tutto l’intervento è di 1.106 giorni, ovvero poco più di tre anni.

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