Anci, elezioni al veleno. Cianci: «Basta accordi con chi dovremmo combattere»

Strascichi al veleno dopo le elezioni all’Anci Abruzzo. Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è il nuovo presidente regionale dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Ha battuto, nel congresso di ieri pomeriggio a Città Sant’Angelo, il suo collega di Vasto, Francesco Menna. Un’elezione, quella cui hanno partecipato i sindaci di tutta la regione, che ha fatto segnare due prime volte. Innanzitutto, il rappresentante dei 305 Comuni abruzzesi è espressione del centrodestra. Non era mai successo. La seconda è che non si è trovato un accordo bipartisan: in assenza di una convergenza, si è andati alla conta, divisi in destra e sinistra.

Paola Cianci

A differenza del suo predecessore, Luciano Lapenna, che è stato presidente dell’Anci Abruzzo dal 2014 al 2019, Menna non è riuscito a raccogliere fuori dal recinto del centrosinistra i voti necessari a ottenere la maggioranza. Negli ambienti del Pd già ieri mattina si presagiva la sconfitta. In mattinata Menna aveva diffuso pubblicamente una lettera, indirizzata a tutti i sindaci abruzzesi, in cui annunciava che non avrebbe partecipato all’assemblea congressuale perché ancora convalescente dopo la polmonite che lo aveva costretto, nelle scorse settimane, al ricovero in ospedale. Nel voto dei primi cittadini ha prevalso Biondi.

Dal centrosinistra reazioni al veleno. Il segretario regionale del Pd, Daniele Marinelli, grida allo scandalo: «Oggi si è consumata una pagina nera per le istituzioni abruzzesi. La destra ha voluto occupare Anci con una forzatura grave e senza precedenti, imponendo una delle proprie personalità più caratterizzate politicamente. L’Abruzzo è l’unica regione del Paese in cui si è consumato questo strappo. Il 40% dei sindaci abruzzesi, tra voti contrari e astenuti, non ha votato per Biondi. Con questo atto di arroganza, da presidente di Anci, non li potrà rappresentare. Molte sindache e sindaci abruzzesi dovranno cercare altri luoghi per far pesare la loro voce». 

L’ha presa male anche la sinistra vastese: «Francesco Menna con generosità si è messo a disposizione per provare a vincere una battaglia difficile per un ruolo di rappresentanza dei sindaci e delle sindache abruzzesi che una persona con la sua esperienza avrebbe ricoperto con capacità e spirito di imparzialità», commenta Paola Cianci, assessora comunmale alle Politiche per la scuola. «Il centrodestra ha perso l’opportunità di continuare ad avere in Abruzzo un presidente dell’Anci condiviso dai territori, scegliendo la rottura e la prova di forza. Ora credo, anzi spero, che sia chiaro a tutti che è giunto il momento di cambiare atteggiamento, che gli spazi democratici si conquistano per dare rappresentanza a chi ci ha eletto e non si ottengono tramite accordi con chi dovremmo combattere».

E, a proposito di accordi, proprio nelle ultime settimane si era verificata una saldatura tra il Pd e un pezzo di centrodestra sul Civeta, il consorzio che gestisce lo smaltimento dei rifiuti, in particolare sull’istituzione della figura del direttore generale. Scelta contestata, in nome della riduzione dei costi, da Fratelli d’Italia anche nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Vasto, dove sono emerse molte assenze sia nella maggioranza che nell’opposizione, ma anche divisioni, al momento del voto, nel centrodestra e malumori nel centrosinistra, confermati dai discorsi in aula di alcuni consiglieri.

Le dichiarazioni dei due sfidanti

«Nonostante siamo la massima espressione della democrazia – ha dichiarato Biondi in un comunicato – l’associazione che ci rappresenta è stata monocolore per trenta lunghi anni. Oggi la guida dell’Anci parla una lingua diversa, ma questo non impedirà all’associazione di continuare a farsi portavoce dei sindaci, portando alta la bandiera dei Comuni, delle loro istanze, di difendere le loro ragioni senza preclusioni, anche quando l’interlocutore al governo, come in questo preciso momento storico, è dello stesso colore politico».

«Ho sempre creduto – ha commentato Menna – nella forza dell’unità e nella collaborazione tra i Comuni, ed è proprio per questo che continuerò a lavorare per sostenere le esigenze delle nostre comunità, indipendentemente dall’esito di questa votazione. Voglio anche congratularmi con il mio sfidante, Pierluigi Biondi, per la sua elezione. Sono certo che lavorerà con impegno per portare avanti le istanze dei nostri territori e garantirà il dialogo necessario tra i Comuni».

Centrodestra esulta

«L’elezione di Biondi – afferma Francesco Prospero, consigliere regionale di FdI – ha messo in evidenza la capacità del centrodestra abruzzese di unirsi e mobilitare i suoi sindaci attorno a una candidatura forte e condivisa. Di contro, il centrosinistra ha dimostrato ancora una volta la sua arroganza, rifiutando ogni accordo dignitoso, con la pregiudiziale che il candidato non dovesse essere Biondi. Anche di fronte a una sconfitta netta, con circa il 70% dei voti a favore del centrodestra, si è scelto di ignorare la realtà dei numeri e di tentare di imporre la propria visione».

D’Alfonso: «L’Anci non è un ministero da occupare»

«L’Anci non è un ministero da occupare o un consiglio di amministrazione sul quale mettere la propria bandierina. E’ una delle espressioni democratiche meglio riuscite, poiché eleva la voce dei territori fino alle sommità dello Stato», afferma Luciano D’Alfonso, deputato del Pd. «La scelta del suoi vertici esige sempre condivisione, al pari dell’elezione del presidente della Repubblica». «Il centrodestra abruzzese si è reso protagonista di uno strappo istituzionale» che «rivela debolezza: ne avremo dimostrazione quando Biondi sarà messo alla prova dalle scelte dannose per i Comuni abruzzesi prese dal governo dominato dal suo stesso partito».

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