«Avevo sollevato un’eccezione preliminare di tardività del ricorso, visto che nel diritto elettorale il termine ha carattere perentorio. Riguardo al risultato delle elezioni, è fissato in 30 giorni dalla proclamazione degli eletti». L’avvocato Andrea Filippini commenta il verdetto del Tar di Pescara, che ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato da Officina Cupello su 44 schede annullate nello spoglio del 9 giugno, terminato con la conferma di Graziana Di Florio (lista Semplicemente Cupello) a sindaca con 34 voti di scarto sul suo principale competitor, Dario Leone (lista Officina Cupello).
«Inoltre – dice il legale del Comune – lo stesso decreto del presidente del Tar dava ordine alla parte ricorrente di notificare il ricorso a tutti i controinteressati, invece la notifica era stata indirizzata solo al Comune di Cupello e alla sindaca Di Florio, ma non a tutti i consiglieri comunali». Il rigetto del ricorso per irricevibilità non ha consentito di discutere la questione nel merito, «su cui ho eccepito che i 36 componenti dei seggi elettorali, sei per ognuna delle sei sezioni, non avevano annotato sui verbali dello scrutinio nemmeno una riserva sulle schede annullate, quindi erano tutti d’accordo sul corretto svolgimento dello spoglio. Non c’era nessuna scheda contestata».