«Non c’è interesse pubblico per tagliare alberi», primo no dalla Regione all’eolico su Monte Sorbo

Esito negativo dell’istruttoria per la verifica di asssoggettabilità a Via e valutazione di incidenza regionale del progetto di impianto eolico su Monte Sorbo in territorio di Carpineto Sinello. Lo ha comunicato il servizio Foreste e parchi della Regione alla Edison Rinnovabili spa il 6 settembre scorso.
Il progetto, presentato alla fine di maggio, prevede l’installazione in linea di quattro torri eoliche da 6 MW l’una – per una potenza nominale complessiva del parco di 24 MW – sul crinale del monte caro alle popolazioni locali e di grande valore naturalistico.

Gli uffici regionali mettono nero su bianco uno dei timori principali espressi durante le assemblee dei mesi scorsi, ovvero l’impatto sulla superficie boscata che subirebbe una irreversibile riduzione per permettere l’installazione delle torri con importanti conseguenze sulla stabilità dei terreni, sul paesaggio e sulla biodiversità.

«La trasformazione del bosco in altra destinazione d’uso, ossia qualsiasi intervento che comporti l’eliminazione della vegetazione esistente finalizzata ad una utilizzazione del suolo diversa da quella forestale con conseguente riduzione della superficie boscata– scrivono i responsabili regionali Francesco Contu e Sabatino Belmaggio – riveste carattere di eccezionalità e può essere autorizzata esclusivamente per la realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico o per la realizzazione di viabilità forestale connessa alle attività selvicolturali e alla protezione dei boschi dagli incendi, compatibilmente con la conservazione della biodiversità, con la stabilità dei terreni, con il regime delle acque, con la difesa dalle valanghe e dalla caduta dei massi, con la tutela del paesaggio, con l’azione frangivento e di igiene ambientale locale».

La disposizione degli aerogeneratori

Per tali motivi, riguardo al progetto «non si ravvisano motivi di interesse pubblico di rilievo tale da giustificare la irreversibile riduzione di superficie boscata, con le connesse conseguenze in termini di perdita di biodiversità, diminuzione di stabilità dei terreni, modifica del paesaggio, del regime delle acque e di peggioramento delle condizioni di igiene locale, che si determinerebbe con la realizzazione integrale dell’opera in oggetto così come progettata». Ora la ditta può presentare osservazioni in merito entro 1o giorni.

Per tale progetto si tratta di un primo riscontro negativo, ma non di una definitiva bocciatura. Il prossimo 12 settembre è in programma al comitato Via la discussione inizialmente fissata per il 29 agosto (poi rimandata); da lì si attende un primo giudizio.
Tale esito non favorevole, inoltre, rappresenta un precedente anche per l’altro impianto gemello (mai depositato ufficialmente, ma che emerge dalla documentazione del primo progetto) localizzato sullo stesso monte, in linea, ma in territorio di Liscia.

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