Sindaci, associazioni e cittadini uniti a San Buono: «La Regione fermi i progetti eolici e pianifichi»

Affollata assemblea ieri a San Buono per intraprendere un percorso comune riguardo i numerosi progetti eolici e fotovoltaici che riguardano il Vastese. Cittadini, sindaci (Carpineto Sinello, Casalanguida, Cupello, Dogliola, Gissi, Guilmi, Fresagrandinaria, Furci, Lentella, Liscia, Monteodorisio, Palmoli, Roccaspinalveti, San Buono, Scerni, Tufillo), associazioni e comitati (tra gli altri Italia nostra del Vastese, Forum H2O, Soa, Terre di mezzo, Terramore, Centro studi Alto Vastese, Itinerari d’Abruzzo, Lupi del gesso), e rappresentanti regionali si sono riuniti nel teatro “San Filippo” per fare il punto e sondare le strade percorribili per evitare quella che è considerata un’invasione di progetti calati dall’alto senza alcuna condivisione. Assente, seppur annunciato, il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna.

Attualmente in fase di valutazione, tra Ministero e Regione, ci sono i progetti: Abruzzo (11 aerogeneratori), Collechiesi (9), Monte Sorbo (4 e altri probabili 3), Dogliola-Fresagrandinaria-Lentella (11), Fresagrandinaria (almeno 6). A questi si aggiungono i numerosi progetti riguardanti l’agrivoltaico (l’ultimo depositato ieri e localizzato a Cupello).

Dopo l’introduzione del primo cittadino di San Buono, Nicola Zerra, è Augusto De Sanctis (Forum H2O) sottolineando gli obiettivi che l’Abruzzo ha sottoscritto sulla produzione di energia da fonti alternative: «Le rinnovabili le dobbiamo fare, non abbiamo combattuto Ombrina mare a caso. La Regione si è impegnata con il Governo a produrre altri 2,1 GW da fonti alternative entro il 2030: 2.100 MW corrispondono, se prendiamo in esame solo l’eolico, a 250 torri. Bisogna governare il processo e pianificare. Non si può dire “no” all’eolico offshore di fronte Vasto a 25 km di distanza perché deturperebbe il paesaggio quando la costa è stata totalmente cementificata. Le priorità sono pretendere progetti adeguati e non fatti con il ciclostile, priorità all’eolico offshore, poi fotovoltaico sui tetti, in cave ecc., impianti di comunità, agrivoltaico a terra e, infine, eolico a terra. Le torri eoliche a terra non le chiamo parchi, come alcune associazioni ambientaliste, perché sono veri e propri impianti industriali che cambiano il territorio».

Il riferimento di De Sanctis è al decreto “Aree idonee” che il ministero dell’Ambiente e la Sicurezza energetica ha sottoscritto con le Regioni. Oltre a fissare gli obiettivi per i prossimi anni, una volta pubblicato in Gazzetta ufficiale, le Regioni saranno chiamate a pianificare in 180 giorni le aree idonee per gli impianti di produzione energetica. È su quest’ultimo punto che gran parte degli interventi verterà: escludere il Vastese, territorio che «ha già dato» con i noti impianti di Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, Roccaspinalveti ecc. che oggi rappresentano una grossa fetta dell’energia alternativa prodotta in Abruzzo.

Giuseppe Masciulli

Tra i presenti anche Graziana Di Florio, sindaca di Cupello, cittadina coinvolta da due grandi progetti (progetto “Abruzzo” e “Collechiesi”): «Il mio auspicio è che non si faccia cadere questo incontro che ci vede tutti uniti. Parliamo di progetti sballati, nel nostro caso c’è una torre eolica dentro il letto del fiume Treste: questi progetti approssimativi fanno lavorare i nostri uffici tecnici, già ridotti, che per giorni devono lasciare tutto il resto per presentare in tempo le osservazioni».

Oltre a ribadire la propria contrarietà ai progetti, il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli ha esortato i rappresentanti regionali presenti (l’assessora Tiziana Magnacca e i consiglieri Francesco Prospero e Silvio Paolucci) a «un controllo assiduo sui funzionari, non deve accadere quello successo con Furci». Il riferimento è alla lunghissima vicenda del progetto di discarica della Vallecena srl [LEGGI] conclusasi con la recente sentenza del Consiglio di Stato: «Quando abbiamo sollevato dubbi, i funzionari regionali ci hanno guardato con sufficienza, quasi ci hanno deriso». «Edison – la società che ha presentato il progetto sul crinale di Monte Sorbo a Carpineto Sinello – è una consulente della Regione. Lì è in programma anche un intervento a Liscia, un frazionamento artificioso per stare sotto i 30 MW e non passare dal Ministero. Progettare l’eolico su Monte Sorbo è da folli. Per questo, in attesa della pianificazione, vi chiediamo di sospendere tutti i progetti in itinere».

Di Santo e Masciulli

E a proposito di Liscia, è del primo cittadino Antonio Di Santo l’unica voce discordante della serata: «Probabilmente non mi applaudirete, ma la nostra amministrazione comunale non si opporrà a progetti nel proprio territorio perché bisogna fare i conti con le casse comunali. Le torri eoliche sicuramente sono impattanti, da Liscia da decenni vediamo il versante di Castiglione Messer Marino, ci si abitua. Le entrate possono tradursi in servizi per tutti». Per quanto riguarda Monte Sorbo, ad oggi non è stato ancora presentato il progetto riguardante Liscia, ma l’aggiunta di tre torri a quelle di Carpineto Sinello emerge da una parte della documentazione [LEGGI].
Il Vastese è al centro dei progetti eolici «perché qui c’è vento», sono le parole di Antonio Scutti, ingegnere storico del settore, il cui studio ha curato la valutazione della produzione attesa proprio per l’impianto di Monte Sorbo: «In altre zone non c’è vento e non lo dico io, ma gli studi».

Lino Giangiacomo

Tra gli altri sindaci che hanno ribadito la propria contrarietà c’è Lino Giangiacomo, di Fresagrandinaria. Il paese del Medio Vastese è coinvolto da ben tre progetti per un numero di torri eoliche di almeno 16 unità: «Siamo contrari a questi interventi, Fresagrandinaria ha una superficie di appena 25 km quadri e rischiamo di ritrovarci con 20 pale. Una cosa è certa, non si tratta di transizione ecologica, ma di speculazione. Queste società hanno un capitale sociale di poche migliaia di euro e si impegnano in lavori per 90/100 milioni di euro, qualcosa non torna. Con la produzione attesa tali società fatturerebbero circa 450 milioni di euro in 30 anni, per lasciare a noi le briciole. È una speculazione a danno del nostro territorio».

La lente sui rapporti Regione-Edison torna anche nell’intervento conclusivo di Paolucci: «Non bisogna essere amici del giaguaro, la Regione deve mettere a verbale i ruoli con la massima trasparenza. L’impegno immediato da prendere è la convocazione di un tavolo urgente». «Quello di oggi è un passaggio importante – ha detto invece Prospero – e il coinvolgimento e l’ascolto dei sindaci è un impegno che prendiamo».
Accordo su tale impegno anche da Magnacca, le cui parole iniziali, «Non credo qui ci sia qualcuno che è per la decrescita felice», hanno suscitato diverse reazioni contrarie dal pubblico. «Condivido la preoccupazione del territorio – ha detto l’assessora regionale – Credo che la Regione debba assecondare la richiesta di stop per riflettere. Le esigenze di tutela sono più importanti del fatturato, ma capisco anche chi ha bisogno di quelle entrate. Noi politici abbiamo l’obbligo di scegliere e quindi una scelta andrà fatta, ma dobbiamo garantire la pluralità di alternative. In giunta, già domani (oggi per chi legge, nda), porterò la richiesta di fermarsi e di ascolto dei sindaci».

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