Muldoon: un Pulitzer irlandese per la poesia in Abruzzo, a Chieti e Pescara

Si respirava aria di poesia nella giornata di mercoledì 29 maggio, al Museo delle Genti d’Abruzzo. Nell’auditorium “L. Petruzzi” di Pescara sono stati premiati i vincitori della settima edizione del Concorso nazionale Sinestetica per poesia inedita e videopoesia – Premio “Rossella Miscia Cecconi” 2024, organizzato dal Centro di poesia e altri linguaggi di Chieti.

Diventato ormai un punto di riferimento imprescindibile per gli studenti e i docenti delle scuole secondarie e delle università, il Centro di poesia e altri linguaggi di Chieti – nato al fine di creare una rete di contatti che collabori alla realizzazione di eventi culturali e di attività artistiche –, ideato e diretto dal prof. Luigi Colagreco, si impegna anche a portare in Abruzzo artisti e poeti di fama internazionale. Dopo Jean Portante, Márcia Theóphilo, Serge Pey, Víctor Rodríguez Núñez e Jan Wagner, premiati nelle scorse edizioni, quest’anno il Centro di poesia ha accolto Paul Muldoon a Pescara. Una platea composta da tantissimi giovani ha presenziato con entusiasmo durante il corso della cerimonia di premiazione, condotta dalla filologa Concetta Meri Leone. In Abruzzo, Muldoon ha ricevuto prima il Premio di Poesia “Città di Pescara – Sinestetica” 2024 e poi, giovedì 30 maggio, alle ore 10:00, al Palazzetto dei Veneziani, situato in Largo del Teatro Vecchio a Chieti, al poeta è stato conferito il titolo di Membro onorario del Corpo accademico dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara

Classe 1951, venuto al mondo nell’Irlanda del Nord a Portadown, nella contea di Armagh, Paul Muldoon è critico, traduttore, narratore e poeta. Una delle sue ultime fatiche letterarie è la curatela del libro di Paul McCartney, The lyrics (BUR-Rizzoli, 2024), nel quale, insieme al celebre cantante, ripercorre la genesi e la storia di centocinquantasei testi dei Beatles. Attualmente, Muldoon tiene sia un corso di Poetry alla “Oxford University” sia un corso di Creative writing alla “Princeton University”. Dopo la plaquette Knowing my Place (1971), nel ’73 Muldoon pubblica con Faber & Faber – per intercessione di Seamus Heaney – quello che sarà il suo primo, vero, libro di versi. Tuttavia, New Weather sarà soltanto l’inizio di un lungo percorso di dedizione alla parola; un percorso che lo porterà a pubblicare nel 2002 la raccolta Moy Sand and Gravel, con cui nel 2003 si è aggiudicato il prestigioso premio Pulitzer per la poesia. Sabbia è arrivata in Italia soltanto nel 2009, edita dai tipi di Guanda nella collana Poeti della Fenice con una traduzione di Giovanni Pillonca

Muldoon e McCartney

Gli antichi irlandesi, Lous MacNeice, John Donne, i Metafisici, Robert Frost. Questi autori sono stati fondamentali per la formazione di Muldoon e ritornano nelle pagine di Sabbia. Muldoon eredita anche la lezione di Seamus Heaney, il quale, per un breve periodo, è stato addirittura il tutor di Muldoon alla Queen’s University a Belfast. Entrambi provenienti dalla provincia rurale nordirlandese e appartenenti alla minoranza cattolica, profondamente legati al loro paese d’origine, ma trapiantati negli Stati Uniti d’America, sia Muldoon che Heaney hanno dimostrato un interesse per la poesia italiana e per il nostro Bel Paese. Se Muldoon si confronta con un paio di odi oraziane per passare poi all’Anguilla montaliana, in Sabbia (pp. 116-123), per quanto riguarda Heaney, invece, si pensi al suo costante confronto con Pascoli. Il frutto di questo lavorio incessante è arrivato in Italia con il titolo On Home Ground. Come a casa. Le versioni pascoliane (Samuele Editore, Collana Leda), a cura di Marco Sonzogni, grazie al sostegno del New Zealand Centre for Literary Translation – Victoria University of Wellington e con la collaborazione di PordenoneleggePoesia. È curioso notare come il legame fra questi poeti e la loro terra natia sia tanto nutrito dal quotidiano quanto dal simbolico, tramite il recupero del mondo contadino e il contatto concreto con la sua realtà pastorale fatta di terra, acqua, animali e piante. Un mondo che i lettori abruzzesi potrebbero accostare senza particolari difficoltà a quello raffigurato dal pittore Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria, 1851-Francavilla al Mare, 1929), nonostante il fatto che nei versi dei due irlandesi alla dolcezza delle fatiche di un mondo rurale e pastorale, incastonato in un’aurea magica e antica, faccia da contraltare la rievocazione di guerre civili, traumi e tragedie storiche.

Vernalda Di Tanna

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