Elezioni europee e giovani: la beffa del voto fuorisede e il disinteressamento della politica

Sabato 8 e domenica 9 giugno  gli italiani sono chiamati alle urne per eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo. All’Italia, in proporzione al numero di abitanti, spettano ben 76 dei 720 seggi del Parlamento europeo, essendo così il Paese più rappresentato dopo Germania e Francia.
Questo dato dovrebbe aiutarci a comprendere quanto sono importanti le elezioni europee  per il nostro Paese, dato che l’Italia detiene poco più del 10% dei seggi del Parlamento di Strasburgo.

L’Europarlamento di Strasburgo

Ciò però non trova un adeguato riscontro nell’affluenza alle urne: le ultime elezioni europee del 2019, in Italia, infatti, sono state disertate quasi dal 50% degli aventi diritto.
Tra i quasi 51 milioni di elettori italiani (compresi quelli residenti all’estero), circa il 20% sono giovani under 35 (circa 10 milioni): questa è la fascia d’età dove l’astensionismo è più dilagante. Alle scorse elezioni politiche del 2022, infatti, l’astensionismo negli under 35 si è attestato intorno  al 40%, con 4 punti percentuale in più rispetto alla media nazionale, e il più alto rispetto alle altre fasce d’età.
Ma perchè accade ciò?
Uno dei motivi da ricollegare all’elevato astensionismo degli elettori under 35 è certamente la loro collocazione lontano dal comune di residenza: in questa fascia d’elettorato, infatti, troviamo gli studenti universitari, i dottorandi e i giovani lavoratori che hanno lasciato temporaneamente il loro comune di residenza per motivi, appunto, di studio o di lavoro.
In Abruzzo, secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal Dipartimento per le riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri , gli aventi diritto al voto sono 1.035.823, di cui 513.356 sono studenti, universitari e lavoratori e 141.480 di questi sono fuorisede.
Da questi dati deriva il fatto che il 5,6% del totale degli elettori abruzzesi è un fuorisede.


Pertanto, in molti, scoraggiati dai costi eccessivi per fare rientro nella propria residenza, oltre che al tempo necessario per il viaggio, decidono di non andare a votare.
Per tentare di dare una risposta concreta a questa problematica, il Governo, per la prima volta nella storia italiana, ha introdotto, per le elezioni europee, il voto fuorisede. Il voto fuorisede, però, è possibile solo se si è studenti: restano così fuori da tale provvedimento i lavoratori.
Il Decreto Elezioni, infatti, permetteva, entro il 5 maggio, a circa 590 mila studenti fuorisede, tra cui 20.500 abruzzesi, di fare richiesta per votare nella città di domicilio e non nel comune di residenza: a fare richiesta, però, sono stati poco meno di 24 mila studenti, circa il 4% del totale.
Perchè questo? Il Decreto Elezioni prevede che  si può votare nel comune di domicilio solo nel caso in cui questo si trovi nella stessa Circoscrizione del comune di residenza. Se così non dovesse essere, lo studente che ha fatto richiesta per il voto fuorisede è obbligato a spostarsi nel capoluogo di regione: ad esempio, uno studente abruzzese (Circoscrizione Meridionale) che studia a Pisa (Circoscrizione Centro) e che ha fatto richiesta di votare fuorisede, dovrà recarsi a Firenze.
Pertanto il giovane studente è obbligato ugualmente a viaggiare, spendendo soldi e investendo tempo.
Certamente questo è uno dei fattori che ha scoraggiato questa pratica.
Un altro fattore che va tenuto in considerazione, inoltre, è che il voto fuorisede è valido solo per le elezioni europee, ma nelle stesse date si rinnovano anche 3.715 amministrazioni comunali, di cui 98 in Abruzzo, e la metà in provincia di Chieti (50), al quale non è possibile partecipare se non nel proprio comune di residenza.

Oltre al fattore distanza, però, ad astenersi dal voto  c’è anche una schiera di giovani, delusi dalla politica, che sostiene che quest’ultima sia quasi totalmente disinteressata a loro e che non trova una giusta rappresentanza all’interno di essa.
Seppur  vero che per essere eletti alla Camera dei Deputati bisogna aver compiuto 25 anni, solo 4 parlamentari su 400 (l’1%) ha meno di 30 anni e i deputati under 40 sono 65 su 400.
In che modo un Parlamento con un età media di 51,2 anni può comprendere i bisogni e sostenere le cause dei più giovani?
La mancanza di un’equa rappresentanza e di proposte adeguate per gli under 35, fanno si che questi si allotanino sempre più dalle urne.
Nei programmi elettorali per le elezioni europee dei principali partiti che siedono all’interno del  parlamento italiano, non tutti hanno avanzato proposte per i giovani: questo è il caso della Lega che all’interno del suo programma non ha presentato alcuna azione volta a favorire gli under 35.
Il voto degli elettori under 35, però, come ricordato all’inizio, conta circa 10 milioni di tessere, quasi il 20% del totale nazionale: se i giovani disertano le elezioni, a scegliere anche per loro resterà una parte di società sempre più anziana e sempre più distante dalle nuove generazioni.

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Comments 1

  1. Cristina says:

    Trovo davvero assurdo che i lavoratori fuori sede non possano votare, concedere solo allo studente il voto e non al lavoratore è davvero qualcosa di incredibile e pensare che siamo nel 2024.

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