Amministrative e deficit di partecipazione: «Creazione di liste uniche opportunità per i paesi»

Nella provincia di Chieti, i Comuni chiamati alle urne nel mese di giugno saranno 49. Di questi, ben 15 sono nel Vastese: Carpineto Sinello, Cupello, Fresagrandinaria, Gissi, Liscia, Montazzoli, Monteodorisio, Palmoli, Pollutri, Roccaspinalveti, San Buono, San Giovanni Lipioni, Schiavi di Abruzzo, Torrebruna e Villalfonsina.

La recente modifica legislativa introdotta dal Dl 07/2024 che consente ai sindaci di piccoli comuni di aspirare a rimanere in carica a vita, a patto – ovviamente – di essere rieletti, rappresenta certamente una svolta significativa nella politica locale. Questa decisione segna un cambiamento rispetto ai limiti di mandato che erano in vigore in passato. Il deficit di partecipazione politica è un problema diffuso, soprattutto nei comuni delle aree interne del nostro bel paese ed è noto che questo fenomeno è alimentato da una serie di fattori complessi.

La perdita del senso di comunità, l’abbandono dei territori da parte dei partiti politici, lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione sono solo alcune delle cause che contribuiscono a questa situazione.
In effetti, la mancanza di impegno politico, soprattutto tra i giovani, può avere conseguenze tangibili, come la difficoltà nel trovare candidati per le elezioni comunali.

Spesso nei piccoli comuni nessuno è disposto a fare il sindaco (o addirittura il consigliere) e di conseguenza ci teniamo quelli che ci sono. Ma, se da un lato la continuità può garantire stabilità e competenza amministrativa, dall’altro può creare un ambiente favorevole all’accumulo di potere. La rielezione ripetuta può portare alcuni sindaci a sentirsi invulnerabili o a credere erroneamente che abbiano il diritto di gestire il comune a loro piacimento. In sostanza, c’è il rischio di trasformarlo in un feudo personale e di gestire la cosa pubblica come se fosse proprietà privata, elargendo favori e distribuendo prebende con metodi clientelari. Certo, ci sono anche sindaci illuminati… per fortuna.

Affrontare il problema del deficit di partecipazione richiede un approccio olistico e multilivello, che coinvolga non solo interventi normativi, ma anche azioni concrete per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini.
Rivedere i limiti ai mandati dei sindaci è solo una parte di un approccio più ampio, che può essere una delle misure da adottare, ma è necessario riconoscere che non è una soluzione completa al problema.

Il principio dell’alternanza e del ricambio delle classi dirigenti è fondamentale per mantenere una governance sana e dinamica, garantendo una rappresentanza diversificata e il coinvolgimento di nuove prospettive e competenze. Quando si tratta di affrontare criticità o sfide, è cruciale adottare un metodo che promuova il dialogo costruttivo, il confronto aperto delle idee e la ricerca di soluzioni inclusive e sostenibili nel lungo termine. Questo richiede un impegno continuo da parte di tutte le parti interessate per lavorare insieme verso un futuro migliore per tutti.

Egoismi e campanilismi generano isolamento e la mancanza di interazione può indebolire le comunità e ostacolare lo sviluppo sociale e democratico. L’unione, l’integrazione, il confronto programmatico e continuo con i centri limitrofi, al contrario, possono portare ad un circolo virtuoso di scambio e collaborazione che rinvigorisce la vita civica.

Nei piccoli Comuni, viste le crescenti difficoltà, potrebbe persino essere auspicabile la creazione di liste uniche, come già sperimentato in alcuni paesi del nostro territorio. Presentare una lista unica, infatti, può essere una sfida, ma può anche rappresentare un’opportunità per promuovere la collaborazione e l’unità all’interno della comunità.

Potrebbe essere vantaggioso per diversi motivi:

  • unire le forze in comuni con pochi abitanti dove è comune che diverse fazioni politiche siano presenti ma divise;
  • maggiore rappresentatività perché può includere membri provenienti da diversi settori della comunità, garantendo una maggiore varietà di competenze e prospettive;
  • semplificare il processo decisionale perché una volta eletti, i membri della lista unica possono lavorare più facilmente insieme senza conflitti o divisioni interne, migliorando l’efficacia dell’amministrazione comunale.

Tuttavia, è importante considerare che la presentazione di una lista unica potrebbe incontrare resistenza da parte di gruppi o individui che desiderano mantenere la propria indipendenza politica o che hanno divergenze significative su questioni specifiche. Inoltre, è essenziale garantire che la lista unica sia veramente inclusiva e rappresentativa della diversità di opinioni e interessi nella comunità.

Marco Cirulli
Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno

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