“Io esisto davvero”, l’opera di Zampagni e Di Biase protagonista a “Fotografia Europea”

Giovanna Zampagni e Daniele Di Biase protagonisti a Fotografia Europea a Reggio Emilia, uno dei più importanti appuntamenti nazionali e internazionali di fotografia e arti visive. Zampagni, docente del Liceo artistico “Nicola Da Guardiagriele” di Chieti, e Di Biase, fotografo di Vasto, hanno allestito l’installazione che dà il via al percorso espositivo offerto dal Circuito Off di via Roma con macrofotografie (2,5 m d’altezza l’una) dei giovani alunni del Liceo d’arte.

L’opera dal titolo Io esisto davvero è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Via Roma Zero ed è visitabile dal 26 aprile al 5 maggio 2024. Questa XI edizione di Fotografia Europea ha come tema La Natura ama nascondersi: è proprio da questa frase che i due artisti decidono di decifrare questa natura nascosta attraverso una serie di esercizi performativi e poi fotografici prendendo a campione venti studenti dell‘istituto scolastico.

Io esisto davvero, ideata da Zampagni e Di Biase e presentata con sottile poetica dalla curatrice Stefania Dubla, è stata pensata per essere collocata in spazio pubblico per accogliere gli studenti nell’habitat di una realtà comune a tutti. La ricerca è partita direttamente dalla palestra della scuola in cui, riportando le parole della curatrice «il laboratorio è così intervenuto nel deformare gli spazi scolastici in angoli capaci di illuminare ogni sfaccettatura del loro essere, anche generando incoerenza e imperfezione… È così che G. si presenta all’obiettivo fotografico dietro una porta, con le labbra serrate e il desiderio di tacere la propria storia di migrazione per sfuggire al macabro ludibrio occidentale. È così che P., che ha intrapreso un percorso di transizione di genere, racconta di sé attraverso una scultura pop, sorridendo attraverso di lei a chi è oggi e chi sarà domani. È così che L. che non parla ride forte se gioca a nascondino con le foglie senza temere gli occhi imbarazzati intorno. Io esisto davvero è un inno alla scoperta di sé e al riconoscimento della propria esistenza all’interno di un unico corpo globale, un corpo in cui, ammettendo la dissolvenza dei confini che chiudono concetti, si accetta la moltitudine come sola idea di natura».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *