Onore ai caduti e alla Brigata Maiella, la Festa della Liberazione a Vasto: «Da lì iniziò la rinascita»

Il corteo è partito da piazza Rossetti per arrivare in piazza Brigata Maiella. Il sindaco, Francesco Menna, la dirigente del Commissariato, vicequestore Lucia D’Agostino, il vicecomandante dell’Ufficio circondariale marittimo, primo luogotenente Angelo Cataldo, e il presidente dell’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia), Domenico Cavacini, hanno deposto corone d’alloro ai piedi del Monumento ai Caduti (in piazza Caprioli), del Cippo ai Caduti del mare (in via Adriatica) e della lapide dedicata alla Brigata Maiella. Con questa cerimonia Vasto ha celebrato stamattina la Festa della Liberazione. Al corteo hanno partecipato attivisti di Anpi, Cgil e delle associazioni combattentistiche e d’Arma, oltre alle autorità civili e ai rappresentanti delle forze dell’ordine.

Vasto, piazza Brigata Maiella: foto di gruppo dopo la cerimonia

Nella tappa finale, in piazza Brigata Maiella, Cavacini ha citato gli articoli 3 e 11 della Costituzione. Il primo sancisce il principio di uguaglianza ed è stato citato nella parte in cui prevede l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Il secondo stabilisce il principio di giustizia universale a cui si ispira lo stato: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».

Cavacini ha ribadito il no dell’Anpi a due riforme: il premierato «che, se passasse, indebolirebbe il presidente della Repubblica e il Parlamento», e l’autonomia differenziata, da cui scaturirebbero «cittadini con diritti diversi» da regione a regione. Ha ricordato tre problemi sociali connessi tra loro: lavoro precario, bassi salari «e il triste record di morti sul lavoro». Ha onorato la memoria di Massimo Di Rienzo, ex direttore del carcere e membro dell’Anpi vastese, scomparso il 25 aprile dello scorso anno: «Era impegnato in tutte le battaglie di libertà e democrazia».

«La memoria dei conflitti, delle tragedie cui siamo sopravvissuti la memoria dei caduti per la libertà, non venga mai meno», ha detto il sindaco chiudendo la manifestazione. «Nei cuori l’amore per le istituzioni democratiche. Il fascismo è stato un male per tutti e per il mondo intero. Tante vite spezzate. Fucilazioni. Violenze. Stupri. Libertà represse e negate. Guerra. Alleanza col nazismo e sterminio di ebrei e altre razze e credi religiosi. Seconda guerra mondiale. Morte. Terrore. Quel 25 aprile del 1945, all’indomani dell’ordine dell’insurrezione generale delle forze della resistenza dato dal comitato di liberazione nazionale, molte città del nord, grandi e piccole, vennero liberate dai partigiani, prima dell’arrivo delle forze alleate. Nei loro cuori batteva forte l’amor di patria. Anche l’Abruzzo fece la sua parte. La gloriosa Brigata Maiella, guidata dal valoroso partigiano Ettore Troilo, liberò le Marche, il Veneto, l’Emilia Romagna. Ai partigiani e caduti della Brigata Maiella è dedicato il sacrario militare a Torricella Peligna, sono dedicate piazze, strade, parchi in tutta Italia e a Vasto. In quello stesso giorno, nelle città che avevano già visto la fine della lunga occupazione, gli italiani si unirono in spontanei, esultanti cortei. Il popolo scese nelle strade e nelle piazze, in festa. Iniziammo allora a vivere l’esperienza esaltante della nostra rinascita di popolo libero e unito. Rievocando quei momenti, ricordiamo coloro che ne furono protagonisti, ricordiamo i caduti. Ricordiamo la gloria di cittadini italiani, donne e uomini di ogni ceto sociale, che a rischio e spesso a prezzo della loro vita protessero e salvarono tutti coloro che si battevano contro l’insana barbarie nazista».

«Riflettiamo oggi più che mai sul valore di vivere in pace, è il forte messaggio che ci ha consegnato la Resistenza, impegno che solo insieme possiamo onorare. In ultimo oggi più che mai un pensiero per ricordare il sacrificio di due grandi italiani Giacomo Matteotti e Antonio Gramsci che furono barbaramente uccisi dalla violenza fascista».

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