Officina Cupello inaugura la sede elettorale, «Fuori da qui ci sono due facce della stessa medaglia»

È un taglio di nastro a concludere il fine settimana politico cupellese. Dopo l’ufficializzazione della ricandidatura della sindaca Graziana Di Florio di sabato, ieri sera Officina Cupello ha aperto i battenti della sede elettorale che accompagnerà la formazione politica fino all’8 e 9 giugno, quando si voterà per il rinnovo del consiglio comunale.

Rino De Filippis e Dario Leone

Ad aprire la serata, davanti a numerosi simpatizzanti e alcuni esponenti del centrosinistra del territorio (Paola Cianci, Anna Bosco, Gabriele Marchese), è stata una new entry, Rino De Filippis, geologo di Montalfano che sarà in lista e che ha posto l’accento sulla situazione delle contrade, tema sul quale da tempo Officina Cupello cerca di alzare l’attenzione: «Mi piacerebbe essere definito cittadino di Cupello che gode di tutti i servizi al pari degli altri». Poi, uno dei principali temi della contrada, la Stogit: «In caso di incidente, nessuno saprebbe cosa fare perché manca un piano di emergenza».

A seguire la consigliera di minoranza uscente, Roberta Boschetti: «Nessuno fino a oggi ha pensato a creare un’identità, Cupello è scambiata solo per bacino di voti da cui attingere. Per noi esistono chiare parole chiave. Rispetto, ad esempio per le minoranze che in questi anni sono state relegate al solo compito di ascoltare. Priorità, come nel caso delle centraline per la qualità dell’aria: abbiamo presentato un preventivo, con quella stessa somma hanno due giornate di ricordo delle lotte per il metano, qual è era la priorità? Trasparenza… Tutte le nostre parole, condivise in Officina Cupello, le abbiamo apposte su un tabellone, l’invito è a voi: entrate e aggiungete le vostre».

Nei giorni scorsi è stato tirato più volte in ballo e ieri Camillo D’Amico ha precisato il suo ruolo all’interno di Officina Cupello: «Con lo stesso spirito del febbraio 2023, quando nacque pubblicamente Officina Cupello, metto a disposizione la mia esperienza; questo progetto si chiama Dario Leone e non Camillo D’Amico, le cose cambiano con persone nuove. Tra gli obiettivi c’è la riappacificazione col territorio. Ad esempio sul Civeta, per il quale pur di avere la presidenza è stata creata una frattura». Poi il passaggio sulla difficile situazione finanziaria dell’ente che Filippo D’Angelo ha addebitato ad amministrazioni precedenti al 2014: «Due conti ci sono stati contestati, cioè quelli del 2018 e del 2019 e non pre-2014. In questi ultimi dieci anni da chi siamo stati amministrati? In politica è possibile anche ammettere di aver fatto un errore e chiedere scusa».

Roberta Boschetti

Infine, una stoccata a Giuseppe Torricella, storico esponente della sinistra sansalvese, consigliere di maggioranza uscente a Cupello che appoggerà l’attuale maggioranza pur non ricandidandosi e che ha citato D’Amico nel proprio intervento: «Io non ho fatto accordi-capestro. Non si può essere di sinistra a San Salvo e di destra a Cupello. Il mio percorso politico è lineare, per due anni mi è stata negata la tessera del Pd per le mie scelte, ho atteso… non rinnego il mio percorso».

A chiudere tra gli applausi il candidato sindaco Leone: «Questa maggioranza è disabituata alla critica e l’ha scambiata per odio e rancore. Officina Cupello ha cancellato la parola “Rassegnazione” dal proprio vocabolario. C’è invece “Partecipazione”, il nostro sarà un programma politico costruito da persone che dicono quello che fanno e che fanno quello che dicono. Cupello è precipitata in una voragine debitoria. Vogliamo diventare riferimento socioculturale del territorio sposando felici iniziative come quella de la Conviviale di Vasto per ristabilire il diritto alla salute dei cittadini».
Infine, prima del taglio di nastro, il passaggio su chi ha lasciato recentemente l’esperienza della coalizione unitaria di centrosinistra fondando Cupello Democratica: «Sappiate che al di fuori di Officina Cupello vi sono le stesse facce di un’unica medaglia. Non si può parlare di divisione, termine che indica il distacco di un folto e nutrito gruppo, qui si tratta del dissenso di tre persone. Noi, invece, siamo riusciti a riunire sotto un solo nome tante sensibilità umane diverse».

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