Nasce Cupello Democratica. Centrosinistra diviso per la terza volta, «L’io ha prevalso sul noi»

«L’io ha prevalso sul noi». I fondatori di Cupello Democratica individuano nel «protagonismo» di alcuni componenti di Officina Cupello la ragione dell’ennesima spaccatura nel centrosinistra cittadino alle porte delle prossime Amministrative.

Il movimento politico è stato ufficialmente inaugurato ieri. A tagliare il nastro i tre principali rappresentanti, i consiglieri comunali Marco Antenucci e Michele D’Alberto e Graziella Costantini, segretaria di una seconda sezione del Pd (a dicembre aveva annunciato le dimissioni da quella già esistente); presenti per l’occasione Gianni Cordisco (Pd regionale), il sindaco di Vasto e presidente della Provincia Francesco Menna e la sindaca di Torrebruna Cristina Lella, sostenuta alle Regionali da quest’ala del centrosinistra.

La frattura ha tutta l’apparenza di essere ormai insanabile. Introdotta da Cordisco, a prendere per prima la parola è Costantini. Le critiche all’amministrazione Di Florio non mancano, ma l’attenzione dei presenti è soprattutto per la dolorosa divisione interna. Nel febbraio del 2023, fa in una gremita aula consigliare, si costituiva Officina Cupello [LEGGI], a distanza di un anno alcuni di quegli stessi promotori avviano un altro percorso.
La spaccatura si è concretizzata a qualche giorno di distanza dall’annuncio della candidatura a sindaco di Dario Leone. I criteri della scelta sono motivo della principale contestazione.

Costantini e Antenucci

«Qualcuno – ha detto Costantini – ha voluto fare di testa sua, prendendo dentro persone che sono state causa della nostra divisione in passato. Lo abbiamo fatto in buona fede. Quando c’era da scegliere il candidato sindaco ci siamo accorti che era già tutto deciso. Nei nostri confronti sono state dette cose pesanti a livello personale. Questo gruppo lavorava già da tempo, non siamo noi a essere andati via, ma sono stati gli altri ad allontanarsi da noi mettendo in atto una non-buona politica. È stata una separazione sofferta. Siamo qui perché vogliamo costruire insieme a voi un programma elettorale per il bene del paese».

Il concetto è stato nuovamente sottolineato da D’Alberto prima di un passaggio sull’abbandono vissuto dalle contrade cupellesi: «Eravamo un gruppo che lavorava per il bene della comunità, ma c’è stata una persona che ha preso possesso di tutto».

L’intervento di Michele D’Alberto

«Oggi nasce una speranza – l’intervento di Antenucci – che si prefigge di dare un’alternativa valida e unica. Mai avremmo immaginato che gli ultimi arrivati si appropriassero di tutto. Ci siamo resi conto che c’è stato un lavoro di sottofondo per favorire l’emergere di una sola persona».
Su questo punto Antenucci ha poi ribadito i tentativi di mediazione non andati a buon fine: «Per scegliere il candidato sindaco abbiamo proposto di tutto: allargare la consultazione alla popolazione con un sondaggio, un comitato elettorale per individuare la figura migliore, le primarie. Purtroppo la strada era già delineata. Oggi verso di noi ci sono sentimenti di vendetta e schernimento, non lo possiamo accettare».

Marco Antenucci

Tra i presenti anche due storici esponenti della politica cupellese, Giuseppe Di Francesco e Giulio Pasquale. Quest’ultimo – in precedenza ringraziato da Costantini per il supporto e l’incoraggiamento nella nascita del movimento – ha preso la parola per sottolineare tutta l’amarezza per la terza partenza alle urne da divisi nella stessa casa: «Questa è la reazione a un sopruso subito. Come mai da oltre dieci anni il centrosinistra non riesce ad andare unito? Perché nella nostra area politica l’io prevale sul noi. È successo dieci anni fa, “Ora tocca a me”. La storia si è ripetuta cinque anni fa, “Ora tocca a me”».
«Ora pochi hanno deciso, “Questo è il candidato”, bisogna solo obbedire invece di riflettere e allargare la consultazione. Ancora una volta ha prevalso la superbia. Sconsolatamente mi viene da dire che quest’area politica va bonificata e rieducata ai valori insegnati da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer».

Giulio Pasquale

Il nome mai citato nelle principali accuse, ma intuibile, è quello di Camillo D’Amico, che avrebbe imposto la propria candidatura a sindaco nel 2014 e nel 2019 causando le prime due scissioni e respinto, nei mesi scorsi, i tentativi di mediazione per la prossima tornata elettorale.
Per quanto riguarda la prossima scadenza delle Amministrative di giugno, Cupello Democratica non ha ancora individuato un candidato sindaco. Il movimento sonderà la possibilità allargarsi ad altri soggetti civici e politici per poi arrivare insieme a una decisione.

Lo scenario prevede quindi, al momento, almeno tre liste e altrettanti candidati sindaci: quella del centrodestra uscente che molto probabilmente si affiderà ancora a Graziana Di Florio (Manuele Marcovecchio, già sindaco dal 2014 al 2019 e non confermato in Regione, ha escluso una sua ricandidatura, GUARDA), Dario Leone per Officina Cupello e un terzo candidato espressione di Cupello Democratica.

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