Stellantis, al Ministero rassicurazioni su Atessa. Sindacati: «Migliorare le infrastrutture»

Lo stabilimento Stellantis di Atessa al centro oggi del tavolo del ministero del Made delle Imprese e del Made in Italy a Roma. La riunione si è tenuta nel primo pomeriggio alla presenza del ministro Adolfo Urso, della sottosegretaria Fausta Bergamotto, del presidente della Regione Marco Marsilio, dei rappresentanti dell’azienda, dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive) e delle organizzazioni sindacali.

Nell’analisi post-incontro, Urso ha spiegato che nel corso della riunione è stato evidenziato che «Stellantis deve ribadire la leadership dello stabilimento anche a livello europeo e salvaguardare al meglio le aziende della componentistica soprattutto nella fase di transizione verso l’elettrico» aggiungendo che «un significativo stimolo alla produzione potrebbe arrivare proprio dal nuovo piano Ecobonus 2024 che prevede incentivi per i veicoli commerciali ad alimentazione elettrica».

Marsilio dal canto suo giudica positivamente l’incontro: «Da parte di Stellantis ci sono state rassicurazioni sulla capacità dell’azienda di rispondere al mercato e di sviluppare il motore elettrico appena le quote di mercato cresceranno. Abbiamo ribadito che non basta investire sulla produzione della fabbrica Stellantis, ma è necessario creare una rete con tutto il territorio, perché l’indotto coinvolge un numero di addetti quasi tre volte superiore a quello dello stabilimento di Atessa». Io stesso presidente ha intanto annunciato che il 9 e 10 maggio ci sarà un grande evento sull’automotive con aziende e portatori d’interesse per programmare la transizione verso l’elettrico

Per le organizzazioni sindacali, però, il futuro non è così certo. Samuele Lodi (segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile settore mobilità), Alfredo Fegatelli (segretario generale Fiom Cgil Chieti) e Pino Gesmundo (segretario nazionale della Cgil) dicono che «dietro l’apparenza dell’aumento della produzione complessiva, si nascondono le incertezze sul futuro produttivo e occupazionale di Atessa».
I rappresentanti del gruppo hanno ribadito la necessità di interventi infrastrutturali, sulla falsariga di quanto detto dal ceo Carlos Tavares nella visita in Abruzzo: «L’azienda ha rinnovato la richiesta al Governo di sostegni economici, adducendo criticità peculiari del territorio in termini infrastrutturali di strade, autostrade e porti».

«Il nuovo investimento dell’impianto di verniciatura è meno performante in termini numerici dell’utilizzo combinato con il vecchio – dicono i sindacalisti Fiom – Le linee produttive sono obsolete, servirebbero ingenti investimenti anche riguardo il futuro modello elettrico, oggi assemblato con modalità pressoché artigianali e non industrializzato. Un nuovo modello non c’è, sono tutti continui restyling».
«Anche qui come negli altri stabilimenti, le aziende dell’indotto soffrono le scelte strategiche di Stellantis, basta citare le difficoltà della Marelli di Sulmona e la situazione molto critica della Denso di San Salvo. L’ingente ricorso di soldi pubblici a sostegno delle cosiddette “condizioni abilitanti” di competitività richiesti da Stellantis anche ad Atessa, deve riguardare anche tutto l’indotto, e non può sostituire gli investimenti propri dell’azienda e determinare le scelte di allocazione di nuove piattaforme e modelli. Per questo ribadiamo la necessità di un confronto con Tavares a Palazzo Chigi, per chiarire le reali intenzioni del gruppo. Anche in uno stabilimento in cui si sta lavorando a pieno regime senza il ricorso ad ammortizzatori sociali, si intravede la strategia di Stellantis che è quella di continuare a guardare fuori dall’Italia: lo stabilimento polacco infatti rischia di non essere semplicemente complementare a quello di Atessa».

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