Da Vignola a Casalbordino, quando la costa diventa fragile

Il mare avanza e le spiagge si restringono. Le onde mangiano arenili e lidi balneari, minacciano le case costruite sulla costa. Le prime barriere frangiflutti compariranno anche su un pezzo del litorale di Vasto, che fino ad ora era riuscita a preservare i suoi 16 chilometri di costa senza dover costruire le scogliere artificiali. Se, come probabile, il progetto del Comune, finanziato dalla Regione con 3 milioni e mezzo di euro, andrà avanti, a Vignola così si cercherà di conservare quel poco che è rimasto della spiaggetta e, soprattutto, case e attività turistiche. Gli scogli piazzati negli anni scorsi a difesa delle costruzioni dopo i primi danni non basteranno, secondo i tecnici comunali e gli ingegneri incaricati di redigere il progetto di difesa della riviera nord. Ne servono altri, da poggiare sul fondale, ma senza farli emergere dal pelo dell’acqua, limitando così l’impatto visivo.

Vasto: il litorale di Vignola

Secondo il comitato Litorale vivo, i massi non salveranno una delle caratteristiche dell’insenatura di Vignola: il moto ondoso che consente ai surfisti di praticare il loro sport preferito, «quella baia è uno dei pochi spot con le caratteristiche necessarie a praticare il surf sul litorale italiano», hanno fatto notare tramite il loro portavoce, Antonio Mercorio, nell’incontro di ieri in municipio col sindaco, Francesco Menna, con la vicesindaca, Licia Fioravante, e i progettisti, a cominciare dal professor Alessandro Mancinelli, che ha coordinato la redazione dello studio di fattibilità economica e tecnica, e dall’ingegner Paolo Contini, direttore tecnico della Modimar srl, la società incaricata di redigere il progetto esecutivo e di compiere i lavori. Menna ha assunto l’impegno a verificare se sia possibile destinare al surf un altro tratto della costa vastese.

La zona nord del Vastese è, ormai da decenni, quella che soffre maggiormente le mareggiate. Se a Torino di Sangro le scogliere sono ormai una realtà, a Casalbordino il sindaco, Filippo Marinucci, ne chiede il ripristino, perché quelle esistenti non bastano a contenere il moto ondoso e i danni sono ingenti, anche sul tratto nord dell’arenile, quello sottoposto a tutela ambientale. «I lavori sono in corso sia riguardo alle opere a mare, sia per il ripristino, con interventi di somma urgenza, del pezzo di lungomare crollato il 19 gennaio scorso. Il Progetto Ancora sarà modificato dalla Regione Abruzzo: questo ci consentirà di ottenere, tramite i fondi Fsc, 6 milioni di euro per i lavori a difesa del litorale nord».

Casalbordino Lido: il crollo del 19 gennaio

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