Dare un futuro alle aree interne: venerdì apre la Scuola dei piccoli comuni

Dare un futuro alle aree interne contrastando lo spopolamento. Questo l’obiettivo della Scuola dei piccoli comuni, che avvierà ufficialmente le attività venerdì 23 febbraio. istituita a settembre 2023 dal Comune di Castiglione Messer Marino con il supporto di docenti e ricercatori universitari il il partenariato di Anci, Uncem, Unpli, Confcooperative, Cai, Slow Food, Avis, Gal Maiella Verde, Spazio 001 e l’Istituto Comprensivo di Castiglione Messer Marino.

«La Scuola dei Piccoli Comuni (Spicco) – si legge in una nota del Comune – è nata con l’obiettivo di mettere a disposizione di amministratori locali e operatori del territorio facenti capo al mondo associativo, delle professioni e della cultura dei piccoli Comuni, una cassetta degli attrezzi per avviare o implementare processi di rigenerazione sociale ed economica, di mantenimento e sviluppo dei servizi essenziali e di contrasto allo spopolamento delle aree interne. Al primo incontro, che si svolgerà presso l’Istituto scolastico di Castiglione Messer Marino dalle ore 14, ci sono già oltre 30 iscritti provenienti dall’Abruzzo, dal Molise e da altre regioni italiane. Si intitola Paesi, comunità e aree interne. Dalla marginalizzazione alla rinascita, e vedrà la partecipazione di Rossano Pazzagli, docente di storia del territorio e dell’ambiente presso l’Università del Molise – nonché direttore della Scuola – e quella del Comune di Fontecchio, con la sindaca Sabrina Ciancone.

Il focus sarà proprio sui Comuni delle aree interne, laddove il Comune risulta essere la prima veste istituzionale dei luoghi, centro di erogazione dei servizi di base e strumento di partecipazione e rappresentanza dei cittadini. Il paese, infatti – come sostiene Pazzagli – è la comunità, cioè l’insieme delle relazioni e delle funzioni, delle pratiche e dei comportamenti che definiscono l’identità locale. I Comuni sono tanti, i paesi ancora di più. È da loro – continua il docente Unimol –, specialmente da quelli delle aree interne, che dobbiamo partire per invertire il lungo processo di marginalizzazione che hanno subito a causa del modello di sviluppo contemporaneo, dirompente, ma non ineluttabile. Per la rinascita delle aree interne non servono ricette, ma diffusione di buone pratiche, disseminazione di quei casi che concretamente hanno avviato strategie di rigenerazione, conclude il professore. La lezione sarà seguita da un laboratorio sulle buone pratiche con l’esperienza di Fontecchio, paese in provincia di L’Aquila, dove dopo il terremoto del 2009 il Comune ha puntato sulla ricostruzione partecipata, sperimentando metodi comunitari per la tutela del territorio e del paesaggio, sebbene – come dice la sindaca Sabrina Ciancone – in fase di ricostruzione, rischi di accentuarsi il divario tra patrimonio immobiliare disponibile (ricostruito con fondi pubblici) e numero di persone abitanti. Le iniziative di ampliamento delle comunità – continua la sindaca – e di utilizzo sociale degli edifici pubblici e privati si scontra con forme di speculazioni e di gentrificazione rurale. La storia di un progetto di coesione sociale e fruizione degli immobili illustra le potenzialità e evidenzia i punti critici della normativa e dell’azione delle amministrazioni locali.

La Scuola dei Piccoli Comuni, per il primo anno, sarà gratuita ed è ancora possibile iscriversi all’intero corso o ai singoli incontri. Per ulteriori informazioni e iscrizioni, www.comune.castiglionemessermarino.ch.it».

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