Una multinazionale che potrebbe rilevare il sito e la nuova attività che a breve dovrebbe partire a Pollutri. Sono questi gli spiragli aperti per i dipendenti della Esplodenti Sabino, confermati nella riunione di ieri tra il presidente del cda, Gianluca Salvatore, i sindacati e Confindustria. Nei giorni scorsi è arrivato il dissequestro degli uffici, ma nel resto dell’area restano i sigilli e la cassa integrazione per ora ha assicurato la copertura delle mensilità solo fino al 31 dicembre 2023.
Per quanto riguarda la possibilità di accedere a nuovi ammortizzatori sociali, una speranza è rappresentata dalla cassa integrazione per ristrutturazione con riferimento agli interventi che la società dovrà effettuare, tra questi ad esempio la messa a norma delle casematte sparse nell’area di competenza (oltre al ripristino della parte di stabilimento interessata dalla tragedia di settembre). In questo caso, però, resta l’incognita dell’eventuale copertura retroattiva per il mese di gennaio.
Passando al futuro più a lungo termine, è stato confermato l’interessamento di una multinazionale a rilevare il sito. Tale interesse sarebbe precedente al drammatico incidente del settembre del 2023 costato la vita a Gianluca De Santis, Giulio Romano e Fernando Di Nella e per il quale sono indagate 7 persone [LEGGI]. In questo caso l’incognita riguarda l’attività futura in questo lembo d’Abruzzo in cui per decenni si sono smilitarizzati munizioni ed esplosivi provenienti da tutto il mondo. Il probabile acquirente si sarebbe detto pronto a interloquire anche con il ministero della Difesa.
Salvatore ha ribadito la volontà di non proseguire in tale attività ad altissimo rischio (non trattando neanche le rimanenze presenti nello stabilimento), optando invece per una riconversione dell’azienda. Se però si dovesse concretizzare il passaggio alla società estera, non è escluso che questa decida di proseguire su tale strada, considerato anche il numero risicato di aziende che offrono gli stessi servizi.
L’altra boccata d’aria è attesa dall’avvio dello stabilimento di Pollutri dedicato al recupero e allo stoccaggio di batterie esauste. Nell’area artigianale a ridosso della fondovalle Sinello gli interventi sono in fase di ultimazione, pare si attenda la fine dell’iter burocratico (una delle ultime autorizzazioni, quella dell’Arta, è arrivata il 24 gennaio scorso). Grazie a tale attività si potrebbero assorbire circa 30 dipendenti, circa la metà della forza lavoro della Esplodenti Sabino.