«Abbiamo combattuto con te, ma la vera battaglia l’hai combattuta tu». «Ti prometto che porterò avanti le tue battaglie». Nelle parole di Laila e Carola il dolce ricordo del loro papà, Ugo Aloè, scomparso due giorni fa a 66 anni [LEGGI]. Centinaia di persone salutano per l’ultima volta l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Vasto.
In chiesa ci sono i colleghi, gli amici suoi e delle figlie, tanti cittadini che lo hanno conosciuto mentre li curava o assisteva i loro cari. Tanti altri che lo hanno conosciuto al di fuori di quel lavoro che è una corsa contro il tempo per salvare vite umane.
Ha profuso «il suo amore nella professione, che ha vissuto con serietà, competenza, attenzione alla persona», ricorda don Domenico Spagnoli, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si svolgono le esequie. «Quante vite Ugo ha salvato in 25 anni al pronto soccorso». Poi, all’improvviso, «da medico si è ritrovato paziente e ha voluto lottare non solo per se stesso, ma anche per gli altri» nella battaglia per avere all’ospedale San Pio da Pietrelcina una sala emodinamica in grado di salvare la vita alle persone colpite da infarto. In quel comitato di cittadini, il dottor Aloè, insieme alla dottoressa Maria Amato e ai tanti attivisti, riuscì a raccogliere oltre 15mila firme di altrettante persone consapevoli di un problema che rimane irrisolto: troppo distanti Chieti e Pescara dal Vastese costiero e ancor di più da quello interno per poter affrontare con la necessaria tempestività le emergenze cardiache.