Un anno fa l’arresto di Messina Denaro e la detenzione a L’Aquila

16 gennaio 2023-16 gennaio 2024. Un anno fa l’arresto del latitante più ricercato: Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano, 12 mesi fa veniva catturato nella clinica di Palermo in cui andava a svolgere le cure in day hospital per il cancro al colon di cui era affetto. Era irreperibile dal 1993, da tre decenni, più dei 23 anni di Totò Riina, che proprio nel ’93 fu arrestato, e meno dei 43 di Bernardo Provenzano, catturato nel 2006. Messina Denaro è stato condannato per decine di omicidi, tra cui le stragi in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo e gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma.

Dopo l’arresto il trasferimento in Abruzzo: atterrato in elicottero a Pescara, era stato condotto al carcere Costarelle dell’Aquila. Da agosto, visto l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, era stato ricoverato all’ospedale San Salvatore, dotato di un apposito reparto per detenuti in regime di 41 bis. L’ultimo boss stragista di Cosa nostra è morto il 25 settembre.

Matteo Messina Denaro

Nella sua detenzione aquilana, oltre che dall’avvocata Lorenza Guttadauro, sua nipote, è stato difeso dall’avvocato Alessandro Cerella del foro di Vasto: «Mi sono occupato – spiega il legale – del procedimento in sorveglianza ai fini della tutela dei diritti del detenuto, presentando diverse istanze su cui non posso dire nulla perché tuttora vige il segreto istruttorio. Dall’8 agosto, dopo un appello che rivolsi tramite le tv nazionali, uscì dal carcere e andò in ospedale, da dove non uscì più perché il tumore al colon era ormai in stato avanzato. Encomiabile è stato il lavoro del professor Luciano Mutti, un luminare delle medicina oncologica. L’ultima volta che lo vidi ci parlai per un paio d’ore mentre leggeva il giornale all’ospedale San Salvatore dell’Aquila». Infine una considerazione generale che riguarda tutti i detenuti in regime di carcere duro e che già in passato ha fatto discutere suscitando forti reazioni contrarie: «Ritengo – afferma Cerella – il 41 bis una grossa violazione dei diritti costituzionali. I detenuti vengono tenuti in cella h24, non possono vedere nessuno e hanno pochissimi colloqui con gli agenti. L’Italia è l’unico stato europeo che impone condizioni carcerarie così dure».

Alessandro Cerella

Oggi, a distanza di un anno, Sky Tg24 rivela che sono stati svelati alcuni contenuti dei diari segreti del boss (leggi). In occasione del primo anniversario dell’arresto del superlatitante, organizzate in diverse località iniziative a sostegno della legalità e contro le mafie. A Campobello di Mazara, il luogo dove ha vissuto in latitanza, gli studenti incontreranno Nicolò Mannino, presidente del Parlamento della legalità internazionale, con cui il Comune sottoscriverà un protocollo d’intesa. «Era un debito che la Repubblica aveva verso i suoi martiri. Il 16 gennaio di un anno fa l’abbiamo saldato», ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, che insieme al sostituto Paolo Guido ha coordinato lo storico blitz di un anno fa.

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