Del Grosso: «D’Avalos, mi sei entrata nel cuore. La Vastese il 3 dicembre era a un passo dai playoff»

«Resterò legato a Vasto e alla Vastese, sei mesi non sono tanti ma ho avuto l’occasione e il piacere di legarmi a una piazza passionale e calorosa».

177 giorni, dalle strette di mano in estate all’esonero di martedì, tanto è durata l’esperienza di Federico Del Grosso sulla panchina della Vastese. «Ringrazio entrambe le società – le parole del tecnico giuliese – per l’occasione concessami. Un grande grazie a tutte le figure conosciute in questi mesi, alcuni diventati amici e mi rivolgo anche ai tifosi. Con loro sono entrato subito in empatia, hanno apprezzato non solo il mio lavoro ma ho percepito il grande rispetto verso l’uomo, la Curva d’Avalos mi è entrata nel cuore».

Martedì 9 gennaio, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata l’esonero da parte della società biancorossa che ha deciso di voltare pagina. «Accetto la decisione della società con grande serenità – ha proseguito Del Grosso – quando arrivano quattro sconfitte consecutive l’allenatore non può nascondersi dietro un dito, queste decisioni fanno parte del nostro lavoro».

Prima dei quattro passi falsi uno dopo l’altro, la Vastese, in piena crisi societaria (l’annuncio dell’uscita di scena di Bolami seguito dai botta e risposta con Salvatorelli), aveva avuto la forza di inanellare un filotto di 7 risultati utili conditi da 4 vittorie e 3 pareggi senza dimenticare i due pesanti 0 a 0 contro Teramo e Giulianova. «Il 3 dicembre dopo aver battuto il Capistrello eravamo balzati al sesto posto con 24 punti, a un paio di punti dai playoff. Una rincorsa non casuale, ricostruendo un organico da zero in estate, avevo a disposizione elementi molto validi, tutti insieme abbiamo costruito qualcosa di bello e importante. Sono stati fatti grandi sacrifici, da parte di tutti, in quei mesi e nel momento della difficoltà il gruppo è diventato ancor più granitico».

L’impressione è che quel gruppo, senza la crisi societaria, con delle basi più solide, avrebbe potuto togliersi altre soddisfazioni: «Di questo sono convintissimo anche io, non fossero andati via alcuni pezzi importanti sono sicuro che la Vastese avrebbe chiuso la stagione con l’accesso ai playoff». A fine novembre, in accordo con la società, Del Grosso aveva deciso, pur restando a guidare Menna e soci, di autoesonerarsi (la regola prima imponeva a fine novembre, poi slittata di un mese) in modo tale, da poter tornare in sella, in un’altra piazza (ad eccezione dell’Eccellenza abruzzese), qualora la crisi societaria della Vastese fosse naufragata definitivamente. «In quei giorni sono sempre rimasto vicino alla squadra, sempre presente agli allenamenti, la mia volontà era quella di restare a lungo con la Vastese, mi erano arrivare offerte, anche importanti, per sedermi su altre panchine ma per rispetto dei colori biancorossi e del gruppo che guidavo le ho tutte respinte».

Con l’avvento del nuovo corso firmato da Esposito c’è stata la decisione di restare sulla panchina biancorossa trovando però a fronteggiare una totale emergenza in organico che tra cessioni e infortunati hanno visto la Vastese scendere in campo, tra Cupello e Castelnuovo Vomano, con tanti under (non meno di sei) in campo dal primo minuto e altrettanti schierati a match in corso: «Nonostante le difficoltà abbiamo continuato a dare tutto. A Cupello eravamo avanti di un gol per quasi un’ora di gioco e anche contro il Castelnuovo Vomano fino a quindi minuti dal novantesimo vincevamo noi. Non cerco scuse, ogni partita ha avuto una sua storia, comprese quelle contro Pontevomano e Sambuceto, dettagli ed errori hanno fatto la differenza. Sono andato via con la Vastese salva sul campo».

Se l’esonero fosse avvenuto entro il 30 dicembre Del Grosso avrebbe avuto la possibilità di accasarsi altrove (sempre ad eccezione dell’Eccellenza abruzzese), ora invece dovrà attendere ancora sei mesi per poter firmare un nuovo contratto: «C’è un po’ di rammarico, ho dato tutto fino alla fine ma se la decisione di mandarmi via fosse avvenuta una settimana potevo ascoltare altre proposte, ora toccherà aspettare fino alla fine di giugno per una nuova avventura. Vivo di calcio da sempre, stare lontano dal rettangolo verde mi pesa tantissimo. Credo fermamente nella serietà della società, da qui al termine della stagione sono convinto che rispetteranno tutti gli impegni presi».

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