Nuovo contratto Regione-Trenitalia 2023-2033: dal 1° gennaio aumenta il prezzo dei biglietti

Solo nel 2024 si tornerà ai livelli di utenza del periodo pre Covid, nel frattempo i costi energetici sono aumentati e per questo le tariffe vanno adeguate. Dal primo gennaio scatteranno i rincari dei biglietti dei treni in Abruzzo. Lo si legge nello schema di contratto che la Regione è pronta a sottoscrivere con Trenitalia in settimana e approvato dalla giunta il 22 novembre scorso. Il nuovo contratto in scadenza il prossimo 30 novembre avrà vigore fino alla stessa data del 2033.

La stangata maggiore i pendolari la accuseranno a partire dal nuovo anno. Secondo la distribuzione degli incrementi tariffari, dal 1° gennaio 2024 il prezzo dei biglietti aumenterà del 15%, poi di un ulteriore 5% ogni due anni (2027, 2029, 2031 e 2033): al decimo anno del contratto, quindi, il costo sarà lievitato complessivamente del 35%.

Nel contratto è previsto un investimento di risorse da parte della Regione pari a 28,7 milioni di euro per il rinnovo della flotta, mentre la quota a carico di Trenitalia è di 152,6 milioni di euro, così suddivisi:
• 4,6 Mln di euro per il rinnovo della flotta; 
• 13,2 Mln di euro per revamping della flotta esistente; 
• 28,7 Mln di euro per nuove tecnologie; 
• 15,8 Mln di euro per gli impianti; 
• 0,8 Mln di euro per sviluppi informatici; 
• 89,5 Mln di euro per la manutenzione ciclica dei treni.

Il treno “Pop”

Quello della manutenzione e del rinnovo di flotta e attrezzature è un punto molto atteso che si spera possa diminuire il numero di guasti che, soprattutto negli ultimi tempi, stanno provocando disagi per i pendolari. Nel contratto si legge che saranno acquistati 5 treni elettrici “Pop” a quattro vagoni che entreranno in esercizio secondo tale schema: 1 nel 2024, 3 nel 2025 e 1 nel 2026. È previsto inoltre che il parco delle “Aln668” – uno dei modelli di treno regionale più datati – sarà sostituito dal 2024 da treni “Minuetto” diesel con un’età inferiore.
Previste penali in caso di ritardi nelle scadenze: «Il mancato rispetto di dette scadenze comporterà, per ogni treno, a decorrere dal 1° novembre dell’anno successivo a quello di riferimento, l’applicazione di una penale pari a 10mila euro per ogni mese di ritardo, salvo che il ritardo sia imputabile a cause, debitamente documentabili, non attribuibili esclusivamente a Trenitalia». 

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