Quanto continuerà l’isolamento del tratto più a sud della Via Verde? Difficile prevedere i tempi, basta prendere ad esempio l’inaugurazione della pista – da incompleta e con netto ritardo rispetto a quanto preventivato – con qualche settimana di anticipo rispetto alla Grande partenza del Giro d’Italia 2023 per avere un’idea degli imprevisti e dei ritardi che possono minarne il percorso.
I tratti inesistenti sono ben noti: Torino di Sangro dove in località Lago Dragoni c’è un importante dissesto, Casalbordino Lido e, soprattutto, la zona industriale di Vasto.
Circa un mese fa, il 19 ottobre scorso, la giunta regionale ha assegnato le risorse agli enti che dovranno completare l’infrastruttura. Si tratta di fondi Pnrr rientranti nel progetto della Ciclovia turistica nazionale adriatica che ha come obiettivo la realizzazione di una ciclabile su tutta la costa adriatica unendo, dove possibile, i tratti già realizzati.
Chiaro Quotidiano ha avuto modo di esaminare le carte del progetto di fattibilità tecnica ed economica e i dettagli della varianti ancora assenti. Soprattutto per quella prevista a Vasto si tratta di interventi complessi, ma che – proprio per i tempi stretti dettati dal Pnrr – dovranno seguire una tabella di marcia spedita. Circostanza, questa, ricordata anche nella lettera che si conclude con «il termine previsto per la notifica dell’aggiudicazione degli appalti dei lavori è il 31 dicembre 2023».
Torino di Sangro e Casalbordino
Come detto, il primo pezzo a cui mettere mano è la frana di Lago Dragoni in territorio di Torino di Sangro dove insiste uno storico dissesto causato dall’erosione costiera. Per questo intervento (in totale ci sono due chilometri da sistemare) sono stati stanziati 3.957.404 euro che serviranno, tra l’altro, a creare un terrapieno e un ponte.
A Casalbordino la pista ciclabile non esiste, quindi è da costruire da zero. Qui si sta già intervenendo con la realizzazione del tracciato comunale in via Bachelet (la parte più a sud) con un finanziamento regionale in 600mila euro. Per quello più a nord, invece nello stanziamento per le varianti, le risorse destinate al completamento della Via Verde ammontano a 853.302 euro (circa 3 i chilometri da fare, compreso un tratto di quella già citata).
A Vasto il tratto più complesso
A Vasto bisogna aggirare la zona industriale di Punta Penna e connettere Vignola a Punta Aderci. È nello stesso progetto che questo intervento viene definito «il più esteso e complesso poiché interessa l’area più vasta e interessa aree soggette a esproprio». La lunghezza della variante è di circa 5 chilometri e come si legge già nella premessa è necessario anche espropriare alcuni terreni (alcuni di proprietà di Rfi, Arap e Genova Rulli e di altri privati).
La variante (partendo da nord) inizia accanto al parcheggio di Punta Aderci (collegandosi al sentiero bianco già esistente) e costeggia la viabilità esistente, separata da un cordolo, fino ad arrivare al ponte stradale sui binari. Qui bisognerà realizzare un ponte ciclopedonale per l’attraversamento della ferrovia. Si prosegue quindi a sud della linea ferroviaria dove scenderà a livello dei parcheggi e della strada di accesso alla stazione di Porto di Vasto (qui saranno variate le regole d’uso della strada).
A quel punto ci sarà il già citato affiancamento della Statale 16 che prevede la realizzazione di una passerella ciclopedonale su un canale per poi immettersi nel sottopasso ferroviario esistente. Qui il tracciato continuerà su una strada interpoderale esistente da ripavimentare e altri tratti da realizzare espropriando i terreni necessari per poi riallacciarsi alla strada bianca già esistente retrostante l’officina auto D’Ercole. Si continua quindi con una passerella di progetto e la «realizzazione di una pista in sede propria» fino al raggiungimento della strada esistente (con la ridefinizione delle regole d’uso) la costruzione di «un percorso in sede propria in affiancamento a via Osca, si prosegue poi in promiscuo su via contrada Vignola» prima di tornare sulla Via Verde esistente.
Infine, un’altra breve variante è prevista nel parcheggio dell’ex stazione che dovrà collegare il tracciato alla pista ciclabile della marina esistente che, a quel punto, potrà proseguire fino a San Salvo Marina e al termine del territorio abruzzese [Guarda].
Per questo tratto lo stanziamento a favore della Provincia di Chieti è di 3.957.404 euro.
Tempi? Per quanto riguarda il tratto vastese, il sindaco e presidente della Provincia Francesco Menna si mostra fiducioso: «Siamo in fase di progettazione esecuzione definitiva da mandare in appalto. Stiamo dialogando con la Regione per capire se sfruttare i fondi Fsc o Pnrr, il finanziamento è in itinere. Il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui si iniziano i lavori».
Finora i cicloturisti arrivati da tutta Italia anche sulla scorta della vetrina del Giro hanno apprezzato la bellezza di questo ambizioso percorso, denunciandone però il rischio di dover deviare sulla Statale. All’appello, inoltre, manca la riqualificazione delle ex stazioni ferroviarie. La speranza è che questa grande infrastruttura possa vedere il completamento il prima possibile – utopia l’estate del 2024? – all’interno del più grande progetto della Ciclovia adriatica per consegnare all’Abruzzo una destinazione turistica unica.