Comitato Amici degli Alberi: «La soluzione a fatti eccezionali non è la desertificazione»

Una corretta manutenzione può evitare eventi come quelli di ieri. Ne è convinto il comitato Amici degli Alberi che interviene sulla caduta di decine di piante ad alto fusto in città con il conseguente danneggiamento di auto e immobili.

«La bufera che ha procurato danni in città e nel comprensorio (a Scerni sono stati danneggiati i silos della cantina, a Cupello è volato via l’orologio del campanile) è un evento eccezionale che ha avuto ripercussioni anche sul nostro patrimonio arboreo. Alberi di qualsiasi tipologia, non solo pini ma anche cipressi e ippocastani, e rami spezzati sono caduti a terra creando disagi alla circolazione, danni ed inconvenienti», esordisce il comitato.

Il momento del crollo di uno degli alberi durante la bufera. La strada è via Alcide De Gasperi, fortunatamente non c’era nessuna auto in transito

«Come al solito quando si ha a che fare con eventi del genere, si punta il dito sugli alberi e sulla loro presunta pericolosità. In realtà quello che emerge, ancora una volta, è il pessimo stato di cura del verde pubblico (e privato). Lasciato totalmente in abbandono per decenni, il Comune interviene solo per abbattere alberi, in molti casi sani e rigogliosi, giustificando il taglio con sedicenti progetti di riqualificazione come è successo per la villetta “Due Pini” sul cui intervento pende un nostro ricorso al Tar».

«Altra dimostrazione lampante di come una buona e preventiva manutenzione possa mettere al riparo anche dalla caduta di alberi e rami sono i filari di pini di corso Garibaldi che nonostante il fortissimo vento hanno resistito stoicamente. Ricordiamo che quei pini, che il sindaco Francesco Menna voleva abbattere, sono stati oggetto di un intervento di semplice potatura della chioma. La soluzione a questi fatti eccezionali non può certo essere la desertificazione della città».

«In un periodo in cui finalmente tutti sembrano prendere coscienza della necessità di contrastare il cambiamento climatico impegnandosi in un maggior rispetto dell’ambiente e del microclima delle nostre città, Vasto va in controtendenza; mentre il mondo civile si sforza di preservare al massimo il patrimonio arboreo esistente, a Vasto si punta a distruggerlo per sostituirlo (forse) con alberelli che impiegheranno decine di anni ad eguagliare quelli abbattuti in produzione di ossigeno, depurazione dell’aria e limitazione della calura estiva».

«Purtroppo il rischio di incidenti legato ad eventi atmosferici di grande violenza è inevitabile, se non saranno gli alberi ad alto fusto saranno i cartelloni stradali, i pali dell’illuminazione, le tegole o i cornicioni, le coperture di ogni genere o gli impianti dei semafori, questo non significa che si debba fare a meno di tutto ciò che in caso di forte vento possa volare via, piuttosto risulta sempre più indispensabile un attento monitoraggio e una manutenzione puntuale e programmata di tutti gli elementi che possono creare pericolo per l’incolumità della vita in tutte le sue forme».

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