Il presidente della Pillkington Graziano Marcovecchio spende parole d’elogio per i reparti di Chirurgia generale degli ospedali di Vasto e Teramo. I fatti si riferiscono al mese di luglio quando un dipendente del gruppo proveniente dalla Germania ha rischiato la vita a causa di un’emorragia interna. Le cure ricevute prima a Vasto e poi a Teramo hanno permesso di salvarlo. Oggi quindi Marcovecchio ha scritto una lettera pubblica «spinto da un sincero e profondo sentimento di gratitudine».
La lettera
In un momento storico in cui troppo spesso si sente parlare solo di malasanità in Italia, io invece ho potuto constatare l’elevato livello di competenze professionali delle strutture sanitarie degli ospedali “San Pio” di Vasto e “Giuseppe Mazzini” di Teramo e, a volte, bisogna raccontare anche degli avvenimenti belli che troppo spesso, per non dire sempre, sono totalmente ignorati e azzerati dall’unica direzione di notizie tragiche e negative.
Mi riferisco, nella fattispecie, alla Chirurgia generale di Vasto nonché alla Chirurgia generale di Teramo. Ricordo come se fosse oggi quel torrido martedì 18 luglio allorquando un nostro collega della Nsg Germania, in visita per lavoro presso il nostro stabilimento di San Salvo, veniva colpito da una improvvisa e devastante emorragia interna. Trasportato d’urgenza nel nosocomio vastese, entrava in sala operatoria in condizioni estreme, iniziando l’intervento senza conoscere dove e come operare, dove e come cercare il grave problema insorto.
Era la sera dell’invasivo blackout in tutto il circondario del Vastese, con oltre 45 gradi di temperatura, e pertanto in condizioni di lavorare con i soli server di back-up dell’ospedale. Appena siamo accorsi, a notte iniziata, era immediatamente percettibile la rischiosità dell’intervento, soprattutto perché al buio (e Vasto era letteralmente davvero al buio!!) su quale era la strada da perseguire per risolvere il grave problema sanitario in corso.
Ma l’abnegazione, le capacità professionali oltre che umane, nonché una straordinaria predisposizione a non lasciare nulla di intentato nonostante la tragicità del momento, salvavano senza ombra di dubbio la vita al nostro collega, qualità tutte riunite nel sapiente bisturi del dott. Fabio Fiore ed i suoi assistenti.
Non sarei mai in grado di giudicare il valore di una prestazione sanitaria, e lungi da me qualsiasi tentativo per provarci, ma sono invece certamente testimone diretto degli elogi che ci hanno indirizzato i medici dell’ospedale di Stoccarda in Germania per la straordinaria qualità dell’intervento effettuato dal dott. Fiore, esternandomi, senza alcuna dubbia interpretazione, le sue capacità professionali tecnico-chirurgiche definite dai colleghi tedeschi, di altissimo livello. È dunque evidente come il dott. Fiore abbia fatto del Giuramento di Ippocrate il pilastro della sua vita professionale e lavorativa.
Va poi altresì sottolineato come successivamente, e dopo qualche giorno dall’evento, senza nessun minimo accenno di “campanilismo sanitario” o di atteggiamenti da “tuttologia” che spesso purtroppo accadano anche quando si tratta di sanità, si decideva di trasferire il paziente presso il nosocomio di Teramo dove ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere il primario dott. Ettore Colangelo, che ha proseguito le indagini post operatorie ed il decorso per ulteriori due settimane, provvedendo poi al delicato “trasferimento assistito” alla volta di un nosocomio tedesco a Stoccarda: un medico ma soprattutto un uomo di grande umanità che non mi ha mai nascosto in quei giorni di sottolineare e ricordarmi sempre lo straordinario risultato ottenuto in urgenza quella notte in Vasto sotto la guida del dott. Fiore.
Questi medici, oltre alle eccellenti qualità professionali messe in atto nell’effettuare un così complesso intervento chirurgico ed il successivo difficile percorso post-operatorio, pur facendo parte di Unità operative e di nosocomi differenti, hanno dimostrato una collaborazione, un affiatamento ed un coordinamento impeccabili.
La collaborazione tra le varie Asl e la Comunione delle diversità di esperienze e di differenti specifiche professionalità, in questo caso hanno dunque costituito un valore aggiunto e non, come a volte accade, una negazione del venirsi in aiuto, attratti spesso dal pensiero del “fare tutto da soli”.
Mi sono permesso di scrivere questa breve missiva a distanza di ben quasi quattro mesi dall’evento perché ho preferito aspettare il ritorno al lavoro del nostro collega presso i nostri uffici Nsg in Germania, cosa avvenuta solo la scorsa settimana.
La prima cosa che ha fatto è stata ringraziarci per il nostro supporto ma soprattutto per tutto quello che la sanità abruzzese è stata capace di fare per lui. Abbiamo vinto nel passato epiche sfide calcistiche con i tedeschi. Questa volta abbiamo vinto ancora, ma aggiudicandoci una sfida diversa e molto molto più importante di quella sportiva: la sfida della Vita.
Caro Graziano, se Tu sapessi delle affannate e rottambolesche corse delle ambulanze presso l’ unica rianimazione avente posto letto disponibile presso nosocomi lontani, Penne,Ortona, Pescara, Casoli,Guardiagrele,Avezzano, Teramo, del medico reperibile dentro l’ ambulanza e della sua ragazza che seguiva con l’ auto dietro, nei lunghi percorsi stradali,dei ponti aerei presso i centri antiveleni a Milano, quando il paziente non reagiva all’ antitodo, dei festivi trascorsi a casa della consorte,quando al i marito,malato terminale,veniva rifiutato il ricovero dall’ internista perché paralizzava l’ attività di reparto,dei tentativi di salvare la ” vecchietta ultracentenaria,allorquando si riusciva a trovare disponibilità in rianimazione, perché la sacralità della vita lo impone. I nostri medici sono delle eccellenze di professionalita’ e bravura che non lasciano assolutamente nulla di intentato per salvare una vita, perché ognuno di noi ha dentro di sé delle riserve e delle potenzialità e nessuno mai può dire quando sia giunta veramente l’ ora.E le eccellenze le si incontrano proprio negli ospedali pubblici,con sistemi al collasso, con personale ridotto per mancate assunzioni,con scarsità di materiali sanitari e farmaci.Ti assicuro che con una zia medico di pronto soccorso,4 cugini medici di base e di reparto,l’ ex fidanzato medico di reparto e di day hopital con un fratello medico del distretto di base, è proprio così.Da trenta anni.Sono contenta Graziano,che te ne sia accorto!