«Il rapporto Cresa sull’economia abruzzese evidenzia in modo inconfutabile il fallimento della Giunta Marsilio e la necessità di un nuovo corso. L’analisi scientifica, non di una parte politica, racconta di una regione affannata dal combinato delle contingenze macroeconomiche e della mancata azione amministrativa». Così Gianni Cordisco, responsabile regionale del settore economia e infrastrutture del Partito democratico, critica il governo regionale di centrodestra.
«Diminuiscono imprese attive, occupati (dato questo tra i peggiori in Italia), numero di uomini e soprattutto di donne che cercano lavoro, Pil (al di sotto della media nazionale e meridionale), natalità, contratti a tempo indeterminato, servizi, soprattutto quelli a supporto delle lavoratrici. Aumentano disoccupazione, contratti interinali, costi e disagi per l’economia data la scarsità di infrastrutture, mancanza di opportunità lavorative femminili, indice di vecchiaia, migrazione giovanile. Questi dati testimoniano la profondità della mancanza di una guida per l’Abruzzo: la Regione si è occupata più di spot che di economia e futuro benché ci sia stata una disponibilità inedita di fondi per ripartire, che altre Regioni hanno saputo al contrario rendere fruttuosa».
«Il Masterplan, piano di opere strategiche progettate e finanziate dalla Giunta D’Alfonso, è al palo: la stasi dei lavori per il porto di Pescara, il Fucin o, il Fondovalle Sangro è solo la raccolta di alcuni esempi, casi di definanziamento per altri scopi. Poi il Pnrr è fermo a causa di una progettualità non condivisa: restituiremo enormi risorse e con esse perderemo competitività. Non si ravvisa alcuno stimolo alla competitività e alla modernizzazione dell’industria (appena un bando in cinque anni), si riscontra il peggioramento delle infrastrutture di connessione (dalla A14 alla viabilità interna), non c’è nessuna progettazione per i porti, è palese il fallimento delle intenzioni della Zes, mancano politiche sulla formazione specialistica e c’è un evidente indebolimento della formazione di base. La nostra è l’ultima Regione d’Italia per quanto riguarda l’assegnazione delle risorse per l’idrogeno, non ha fatto alcun intervento per l’efficienza della gestione delle acque e l’utilizzo delle riserve idriche, dal Fucino al lago di Bomba. Si ravvisa per di più una non equa e non adeguata allocazione delle risorse nei territori».
«È quindi evidente che la destra al governo dell’Abruzzo sia da bocciare senza appello, vittima com’è oltre dell’incapacità amministrativa di tensioni che attraversano la maggioranza e inibiscono le scelte. Noi da parte nostra abbiamo aperto con le parti sociali ed economiche regionali un confronto per creare un modello di Regione diverso, che sia innanzitutto in grado di valorizzare le eccellenze e riconoscere e affrontare le difficoltà».