Fiom Cgil e Fim Cgil suonano un campanello d’allarme sul futuro dell’Ops spa (Organizzazione Progetti e Servizi), società di proprietà della Provincia e del Comune di Chieti che tra le altre cose si occupa anche della verifica degli impianti termici. Le preoccupazioni fanno seguito alla riunione tenutasi ieri con i rappresentanti dei due enti e delle organizzazioni sindacali che proietta lunghe ombre sui livelli salariali e occupazionali della società.
Durante la riunione di ieri, il piano industriale proposto dall’Ops – oggi presieduta da Alessio Monaco – è stato bocciato quasi nella sua interezza dall’analisi dell’ingegnere Giancarlo Moca – presente per la Provincia di Chieti – perché non affronterebbe le problematiche gestionali presentando una sovrastima dei ricavi. Lo stesso ha messo in discussione la struttura della società «per i costi eccessivi rispetto alla dimensione finanziarie e alla possibilità di generare ricchezza».
Moca ha inoltre evidenziato la necessità di una riorganizzazione sia dell’assetto societario sia dell’organizzazione funzionale «con la necessità di presentare un piano industriale che possa permettere all’Ops di essere competitiva, di autosostenersi e di ottenere nel rispetto delle normative vigenti l’affidamento diretto per le società in house».
L’analisi del tecnico provinciale rappresenta un ulteriore motivo di preoccupazione per Fiom e Fim soprattutto per quanto riguarda «le tempistiche messe in atto rispetto alle scadenze del rinnovo della convenzione, che deve avvenire tra due mesi. Siamo assolutamente contrari ad alcune soluzioni ipotizzate nell’analisi, tra cui: esuberi mirati sulle varie funzioni e/o articolazioni della società; una diversa collocazione e funzione con attingimenti dall’esterno di profili diversi da quelli esistenti in azienda; ridimensionamento degli addetti con ricollocamento o trasferimento del personale. A nostro avviso l’azienda non può assolutamente avvalersi di ipotesi che prevedono piani industriali con tagli e riduzione del personale».
«Non accetteremo compromessi che possono mettere in discussione la salvaguardia dei posti di lavoro – ribadiscono le due sigle sindacali – Da mesi le maestranze chiedono quali sono le soluzioni prospettate dalla politica e più volte abbiamo chiesto l’intervento dei vertici politici e istituzionali. Dal mese di marzo a oggi il tavolo negoziale non ha fornito soluzioni tangibili. Negli incontri precedenti abbiamo registrato da tutte le parti politiche di opposizione e maggioranza della Provincia e del Comune buoni propositi ma non abbiamo avuto nessuna certezza per il rinnovo delle convenzioni per gli anni 2024-2027. Chiediamo a tutti un cambio di passo nelle trattative, ci aspettiamo una presa di responsabilità da parte di tutte le istituzioni (Provincia, Comune, Ops, giunta provinciale) per portare a termine il rinnovo delle convenzioni garantendo la salvaguardia occupazionale di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dell’Ops».