I tempi di demolizione e ricostruzione del palazzo inagibile a Punta Penna si allungano perché l’Ater deve ancora ottenere i necessari finanziamenti, perciò il Comune di Vasto proroga fino alla fine dei futuri lavori l’assegnazione dei nove alloggi provvisori alle altrettante famiglie evacuate. Lo stabilisce la determina firmata oggi dal dirigente del settore urbanistica e territorio, Alfonso Mercogliano.
Il palazzo, che si trova sul promontorio di Punta Penna, è stato sgomberato il 10 gennaio perché ormai inabitabile per problemi strutturali, accertati dallo stesso ente che gestisce le case popolari nell’area Lanciano-Vasto, che il 16 novembre 2018 aveva trasmesso al Comune di Vasto «la relazione di Verifica della sicurezza sismica, adeguamento e riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica esistente fabbricato sito in Vasto, via Pennaluce 17 – Indagine verifica sismica di livello 2 del fabbricato redatta dallo Studio di ingegneria Carozza, ingegner Michele Rocco di Torricella Peligna», si legge nel documento, in cui si ricorda che si era reso necessario, in attesa «dell’esecuzione degli urgenti lavori di messa in sicurezza» della palazzina, «trasferire in altri alloggi i nuclei familiari assegnatari».
«Considerato che lo sgombero definitivo di tutto il fabbricato è avvenuto il giorno 10/01/2023 e seguenti e che, alla data odierna, non sono ancora iniziati i lavori di messa in sicurezza del citato immobile dato per cui occorre prorogare i termini di utilizzo dei suddetti alloggi da parte dei legittimi assegnatari», scrive il dirigente, che di conseguenza dispone «di prorogare, per il tempo necessario all’esecuzione dei lavori, il termine di utilizzo» dei nove appartamenti.
Nei giorni scorsi Chiaro Quotidiano aveva contattato il presidente dell’Ater Lanciano-Vasto, Fausto Memmo. È emersa un’ipotesi alternativa alla demoricostruzione per cercare di accorciare i tempi, che altrimenti sarebbero lunghi circa tre anni: