Alessandra Tucci, Premio speciale al Campiello Giovani: «La scrittura cristallizza le emozioni»

Scrive perché «la scrittura cristallizza le emozioni». Quelle stesse sensazioni che riesce a trasmettere anche in una telefonata al ritorno da Venezia. Alessandra Tucci ha vent’anni ed è di Vasto. Torna dal Premio Campiello Giovani con un riconoscimento prestigioso: il Premio speciale per la sostenibilità sociale e ambientale. E con una valigia di esperienze che le serviranno per proseguire il percorso sulle strade dello scrivere.

Alessandra Tucci

«Scrivere è una passione che ho sempre avuto e che mi ha portato a studiare prima al liceo classico e poi alla facoltà di medicina a Roma», spiega a Chiaro Quotidiano. «Ho scelto medicina perché mi piace il punto di commistione tra le discipline umanistiche e la scienza. I miei racconti sono il punto di intersezione. Alla scrittura ho sempre dedicato grande passione: quando ho imparato meccanicamente a scrivere, ho cominciato a trasporre emozioni e passioni nella scrittura. Una passione in cui le persone, sia in ambito familiare che nel contesto scolastico, mi hanno sempre supportato. Mi hanno spronato, a cominciare da mia madre, a partecipare a questo concorso».

Alessandra al Teatro Goldoni per la premiazione

Al Teatro Goldoni la giuria dei letterati ha incoronato vincitrice del Campiello 2023 Elisabetta Fontana, ventunenne di Como, che ha partecipato con Sotto la pelle.

Per Alessandra era la seconda partecipazione: nel 2022 era arrivata tra i 25 semifinalisti, quest’anno ha ricevuto un importante riconoscimento. «Quella dello scorso anno era stata la prima esperienza in un premio letterario con risultati inaspettati, ancor più inattesi quest’anno».

Mia sorella non fa finta

Il testo con cui si è aggiudicata il Premio speciale per la sostenibilità sociale e ambientale ha una profondità di significato: «Mia sorella non fa finta è un racconto. Una storia sulla diversità, declinata nel senso della disabilità», spiega «È una storia che vuole comunicare un ribaltamento del concetto, in quanto si arriva a definire anche la presunta normalità come talvolta invalidante, quindi si iniziano ad esplorare, nella parte finale del racconto, le potenzialità ma anche i limiti sia della normalità che della diversità. In questo senso avviene una comunicazione tra i due mondi. Il personaggio cresce, affronta le difficoltà della vita e del contesto e si fa portavoce di un problema sociale, della mancanza di inclusione. Un problema acuito dal momento storico che stiamo vivendo, in cui aumenta l’individualismo».

«Studio a Roma, scrivo a Vasto»

Scrivere le viene spontaneo: «Scrivo i racconti in poco tempo: generalmente in tre giorni, poi rileggo e controllo per non più di un giorno. Se il risultato è soddisfacente, lo invio. E poi ripenso per mesi a quello che ho scritto. Con gli altri finalisti mi sono confrontata. Di differente c’è che io non stendo una bozza, non ho un approccio schematico alla scrittura. Mia sorella non fa finta l’ho scritto a Vasto, perché per me Roma coincide con l’università e Vasto con la scrittura. Scrivo un po’ al mattino, un po’ prima di andare a dormire».

Il futuro

«Sono davvero contenta delle belle parole che ho ricevuto a Venezia», dice Alessandra. «Al Campiello c’è grande interesse per i giovani, quindi continuerò a inviare i miei racconti. Molti ne ho già scritti in passato, quelli per il Campiello invece sono recenti. Alla cerimonia finale siamo arrivati in sei. Abbiamo avuto una grande opportunità di confrontarci con il mondo dell’editoria e, in particolare, con scrittori di spicco nel panorama italiano».

Ha le idee chiare su ciò che vuole fare: «La medicina è la mia passione, uno studio totalizzante. La scrittura non la vedo a sé, come un unico lavoro. Il mio sogno nel cassetto è entrare nel mondo editoriale come scrittrice e veder pubblicati i miei racconti così com’è stato per Mia sorella non fa finta, inserito nel libro che raccoglie i racconti di quest’anno. Per me la scrittura ha una funzione catartica, cristallizza sulla carta le emozioni e i sentimenti. È un posto sicuro che aiuta a superare le paure e i momenti di difficoltà. I racconti che scrivo mi formano e mi cambiano».

In questo video il momento della premiazione:

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