Corso presentoso, Verna: «Non temo la Corte di Conti, abbiamo fatto tutto quello andava fatto»

«Avevamo una visione della città che unisse la parte novecentesca della città con un corso riqualificato, fin dentro il Parco Villa delle Rose e il polo culturale dell’ex Torrieri e la biblioteca». Così l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Giacinto Verna, interviene sulla questione legata alla scricchiolante pavimentazione di corso Trento e Trieste nei giorni in cui, nell’attraversamento di via De Crecchio, è di fatto scomparso il geometrico disegno presentoso in favore di una più sicura quanto triste colata di cemento.

«Io sono arrivato in corso d’opera, e non so ancora da cosa possa dipendere, dal progetto o dalla realizzazione sbagliati, non lo so e non sta a me dirlo – dice Verna -. Ma posso dire con certezza che quel corso ha cambiato in positivo la faccia della città di Lanciano. Ora ci sono dei problemi di cui ci eravamo accorti ed abbiamo immediatamente bloccato i lavori, non solo a valle per il dissesto idrogeologico. Abbiamo più volte incontrato la ditta – prosegue l’ex assessore – a cui abbiamo detto che fin quando non si sarebbero risolti quei problemi, i lavori non sarebbero andati avanti». Verna rivendica quindi l’assoluta buona fede e correttezza legale e politica della passata amministrazione e rimarca come non abbiano messo mano alle intersezioni carrabili di via De Crecchio e via Dalmazia non perché non si fossero accorti dei chiari problemi strutturali, ma perché «era in corso una indagine della Corte dei Conti e non era possibile toccare nulla». E sull’asfalto in via De Crecchio nessuno è d’accordo. «Stavamo valutando di sostituire le mattonelle con dei grossi cubi di basalto che potessero ricreare lo stesso disegno – dice -, ma l’asfalto non può essere la soluzione giusta».

L’asfalto in via De Crecchio

«Questa amministrazione, forse, non ha la nostra stessa visione della città e della mobilità, da qui le colate di asfalto – conclude -. La parte politica, i tecnici e l’avvocatura, a suo tempo, hanno fatto tutto ciò che c’era da fare per cui non temo il parere della Corte dei Conti. In cassa ci sono ancora 318 mila euro avanzati da quel progetto mai terminato, magari per le manutenzioni si potrebbe ripartire da lì».

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