Stamattina il Comune di Gissi, per mano del proprio legale, ha depositato al Tar il ricorso contro il dimezzamento orario del Punto di Primo Intervento di Gissi. La vicenda è quella che ha portato il 30 giugno scorso alla protesta di numerosi sindaci del territorio.
Il primo cittadino Agostino Chieffo in quella occasione aveva annunciato la battaglia legale, concetto ribadito anche dopo l’incontro in Regione con l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì e il direttore generale Thomas Schael. In quella sede i rappresentanti della sanità avevano sottolineato come non vi fosse stata nessuna perdita di servizi, ma solo una rimodulazione sperimentale degli stessi.
Tale “rimodulazione”, però, come effetto pratico ha avuto proprio la perdita di 12 ore di servizio di quello che è considerato il pronto soccorso dell’entroterra vastese. A toccarlo con mano era stato un paziente di un comune limitrofo che in una notte di inizio luglio ha trovato la porta del presidio sanitario desolatamente chiusa. Dopo quell’episodio il primo cittadino gissano ha diffidato la Asl Lanciano Vasto Chieti.
Si ripropone così un film già visto. Nel 2015 la Asl allora guidata dal manager Pasquale Flacco – e Silvio Paolucci assessore alla Sanità della Regione – ridusse l’operatività del Ppi a 12 ore. Il Comune, contro questa decisione, presentò ricorso accolto dal Tar che ristabilì le 24 ore.