Durante le fasi di realizzazione ha suscitato un vivace dibattito a più riprese tra coloro che sostengono che il ristorante sul mare di San Salvo non sia un trabocco e coloro che ne sottolineano le potenzialità turistiche e la modernizzazione dell’antica macchina da pesca che connota la costa teatina.
Certo è che la struttura per dimensioni (può ospitare un centinaio di posti a sedere), materiali (acciaio e legno) e uso non può essere assimilabile a un trabocco nel senso più stretto del termine pur ricordandone le forme.
In occasione dell’inaugurazione del porto turistico Cala del Golfo, al cui interno si trova la struttura, lo abbiamo chiesto al presidente della società Le Marinelle, Oreste Ciavatta: «È una rivisitazione contemporanea del trabocco, della nostra cultura dei trabocchi. Piuttosto, la riflessione è che questa nasce come struttura ricettiva, le altre sono invece un adattamento al contrario: strumenti di pesca usati come ristoranti. Il giusto equilibrio probabilmente sta nel non avere pregiudizi».