Operazione “Repulisti”, un patteggiamento, 2 assoluzioni, 14 rinvii a giudizio e un imputato irreperibile

Un patteggiamento, due assoluzioni, 14 rinviati a giudizio e una posizione stralciata perché l’imputato è irreperibile. Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi l’udienza preliminare sull’operazione Repulisti. Lo scorso 4 maggio era stata rinviata per difetto di notifica nei confronti di due imputati.

Ha patteggiato la pena di tre anni e sei mesi D.P., su cui gravavano le accuse di usura, tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni aggravate ed evasione.

S.D.P. assolto dall’accusa di usura e rinviato a giudizio per tentata estorsione, P.C. assolto. Entrambi sono difesi dall’avvocato Massimiliano Baccalà.

Per gli altri 14 la gup del Tribunale di Vasto, Silvia Lubrano, ha disposto il rinvio a giudizio. Prima udienza del processo fissata per il 17 ottobre.

30 aprile 2020: la conferenza stampa sull’operazione Repulisti (foto Questura di Chieti)

L’INCHIESTA – L’operazione Repulisti è di tre anni fa. Il 30 aprile 2020 scattarono gli arresti nei confronti di otto persone e altre dieci furono indagate a piede libero. Sequestro di persona, estorsione aggravata, usura, cessione di droga i reati ipotizzati.

Vittime di estorsione e usura un uomo che aveva perso il lavoro e si era trovato a chiedere un prestito a tassi esorbitanti, ma anche la sua compagna e i genitori di lui. Avevano deciso di sporgere denuncia a luglio del 2019. Le indagini erano state condotte dalla polizia e coordinate dall’allora procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio.

Nel blitz del 30 aprile 2020 erano stati impegnati 60 agenti del Commissariato di Vasto, diretto dal vice questore aggiunto Fabio Capaldo, e della Questura di Chieti, con l’ausilio del Reparto prevenzione crimine di Pescara e delle unità cinofile della Questura di Pescara. Avevano eseguito misure cautelari e perquisizioni domiciliari a Vasto, San Salvo e Gissi.

Le misure cautelari erano destinate a C.F., classe ’83; D.P.S., classe ’72; D.D.G., classe ’78; B.V., classe ’87 M.D., classe ’74; D’O.E., classe ’83; V.M.,  classe ’88.

Secondo l’accusa, sia l’uomo che la compagna sarebbero stati sequestrati, minacciati e poi rilasciati. L’uomo e i suoi familiari avrebbero perso «la somma complessiva di 88mila 700 euro in contanti, oltre a uno scooter di sua proprietà», si legge nella nota diramata dalla polizia il giorno del blitz. Utilizzati nelle indagini «servizi di osservazione, controllo e pedinamento, i quali hanno consentito di cristallizzare alcuni degli incontri avvenuti tra la vittima e gli indagati. Sono stati acquisiti documenti bancari e fogli manoscritti a riscontro dei movimenti di denaro».

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