Sabina Guzzanti al Festival: «Colpita dalla bellezza di Vasto, forse verrò a viverci»

Non solo satira, non solo sorrisi, ma anche riflessioni sulla società di oggi e su quanto sia stata cambiata dalla tecnologia. Sabina Guzzanti che partecipa al festival Vasto d’autore trasmette soprattutto questo: ironia. La stessa con cui racconta la storia di Laura, la protagonista di ANonniMuous (sottotitolo: vecchi rivoluzionari, giovani robot), il romanzo che fa divertire e riflettere sulla schiavitù da social.

«La tecnologia ci isola, ci porta a parlare solo coi nostri simili e aumenta il divario tra giovani e anziani». Affidare le proprie apettative ai social network «produce infelicità», esordisce l’artista, intervistata sul palco dei Giardini di Palazzo d’Avalos da Andrea Di Consoli, giornalista e scrittore.

«La tecnologia, di per sé, non è né buona né cattiva, ma in mano a pochi privati crea schiavitù» e «i trilioni accumulati dagli oligarchi del web derivano dal furto dei nostri dati».

Lontani i tempi dell’Ottavo nano e degli altri programmi di satira politica in Rai. L’ultima puntata risale al 2003: «La satira non la faccio più tanto, perché non c’è più dove farla» e perché attualmente «anche la satira è basata sui click e i retweet». «Quando hanno chiuso il mio programma Raiot, era perché parlavo di un argomento di cui non si voleva parlare: la riforma Gasparri. Oggi la satira commenta le gaffe dei politici e, dopo un po’, diventa noiosa».

Infine una riflessione su Vasto: «Mi ha davvero colpito la bellezza di questo paese. Non so, forse un giorno verrò a viverci».

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