L’assunzione di 326 operatori non coprirà le esigenze della Asl Lanciano Vasto Chieti. A denunciarlo in un comunicato unitario sono le organizzazioni sindacali del settore (Fp Cgil, Cisl Fp Abruzzo, Uilfpl, Fials, NurSind, Nursing Up, Fsi, Usb) commentando il Piano triennale dei Fabbisogni dell’azienda sanitaria per il 2023.
«Queste assunzioni – dicono i rappresentanti sindacali – potranno essere effettuate nel rispetto delle normative vigenti in materia e non risolvono i problemi cronici riguardanti la carenza di personale. È ancora più grave la situazione generale, nella misura in cui bisogna dare corso al conferimento degli incarichi di coordinamento la cui conseguenza determina una ulteriore carenza di personale infermieristico nell’ordine di circa 30 unità rendendo nei fatti una situazione, già emergenziale, esplosiva (a partire dalla impossibilità di programmare le ferie estive)».
«Siamo davanti a una situazione drammatica in quanto con la scadenza dei contratti dei precari Oss (30 giugno) e stante le proposte formalizzate dalla Asl 02 di sospendere le proroghe dei tempi determinati ci si troverà in Asl2 con il rischio concreto di 150 disoccupati e con l’ulteriore aggravarsi della carenza di personale».
I sindacati quindi propongono di «prorogare i contratti a termine, con carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale in aggiunta alle assunzioni da perfezionare in attuazione del piano dei fabbisogni e nel rispetto della Legge, sarebbe la opportuna risposta a tutte le esigenze del Sistema Sanitario, in attesa di una più efficiente programmazione dei fabbisogni del 2024. A tutto questo deve arrivare una “risposta urgente” da parte dell’assessorato che deve immediatamente autorizzare l’aumento dei tetti di spesa e consentire alla Asl02 di prorogare i contratti in scadenza. Il tutto anche in attesa della definitiva approvazione del Piano Sanitario Regionale che a livello territoriale prevede l’implementazione degli Ospedali di Comunità, Case della salute, ecc. dove sicuramente necessitano di un nuovo piano dei fabbisogni e del relativo aumento del tetto di spesa».
La provincia di Chieti, secondo l’analisi delle organizzazioni sindacali, è stata la più penalizzata nei tagli, con riduzione di posti letto spalmata sui 5 nosocomi, senza la chiusura di nessun servizio: «Il rischio concreto, in assenza di risposte positive finalizzate a superare la carenza di personale è, che si lavori di più e male, aumentando il rischio di errore (Malpractice) e riducendo la sicurezza nei confronti dei pazienti».