Gli operatori sono già impegnati di loro iniziativa sul fronte della sicurezza della movida e del rispetto della quiete pubblica, ma certo non possono diventare sceriffi. È la posizione di Confesercenti dopo l’ordinanza del sindaco di Vasto, Francesco Menna, che impone principalmente tre regole: divieto di bicchieri e bottiglie di vetro fuori dai locali, e obblighi per gli esercenti di segnalare immediatamente alle forze dell’ordine la presenza di persone violente e di evitare assembramenti nelle vicinanze dei loro locali.
«Si tratta di una normativa nazionale», precisa Simone Lembo, responsabile provinciale del settore turismo di Confesercenti. «Col sindaco ho parlato, l’ordinanza serve a favorire la controllabilità dei locali. Noi invitiamo sempre gli operatori a strare attenti a prescindere dalle ordinanze e a segnalare alle forze dell’ordine la presenza di persone che creano problemi di ordine pubblico. Certo è che l’operatore non si può mettere a fare lo sceriffo, ma è già evidente che un’attività di controllo gli esercenti la fanno già di loro iniziativa. Noi li invitiamo a non creare schiamazzi».
Sui decibel notturni, è di due giorni fa la sentenza della Cassazione che preoccupa i sindaci. I giudici della suprema corte hanno deciso che, se i rumori causati dalla movida sono troppo forti, nocivi per la salute dei residenti e non rispettano le norme di quiete pubblica, i Comuni devono risarcire i danni. Un verdetto che potrebbe aprire la strada a una miriade di ricorsi in grado di prosciugare le casse dei municipi.