«Ci siamo salvati», Marco, lancianese a Bologna, racconta l’alluvione vista della finestra

«In questi giorni siamo stati invitati a restare in casa, a metterci al sicuro ed evitare di uscire. Questa volta alla mia famiglia è andata bene, ma fino a quando?». A raccontarci gli ultimi giorni a Bologna è Marco Di Biase, lancianese trapiantato nel capoluogo emiliano con la sua famiglia da anni, che ha tristemente vissuto da vicino l’emergenza data da maltempo, alluvioni e frane.

«Sono state settimane intense per noi frentani bolognesi specialmente per chi abita, come me, nei pressi di via Saffi, la via spesso in tv e al centro delle cronache, perché attraversata dal torrente Ravone, arteria importante per la canalizzazione delle acque – racconta Marco a Chiaro Quotidiano -. In realtà è ormai da anni che il Ravone e via Saffi ci danno continui segnali di allerta o instabilità, ma il procrastinare lavori importanti o scelte fatte nel passato tipo la tombatura di alcuni tratti del torrente, purtroppo porta poi a questi disastri».

Come spesso accade ci si trova di fronte ad una tragedia ampiamente annunciata di cui la colpevole non è di certo la natura ma, anche se oggi dubbi e domande sono tanti, adesso è il momento di pensare a chi ha bisogno ed a rialzarsi.

«Le scuole chiuse nel weekend hanno aiutato ad avere strade più libere dal traffico e, anche chiudere alcune arterie importanti della città non ha causato disagi particolari. Cosa che invece accaduta è accaduta nelle settimane precedenti sempre per lo stesso problema. Per percorrere 400 metri, ci si impiegava anche due ore – dice ancora Marco -. Dall’alto del nostro terzo piano ci siamo sempre sentiti piuttosto al sicuro, ma non ci siamo solo noi. Penso agli anziani che sono soli o alle persone che devono muoversi per cure importanti e non riescono a raggiungere gli ospedali perché è tutto allagato». Per non parlare di cantine, garage e attività commerciali devastate i cui proprietari dopo tanti sacrifici, si trovano ora «con un mucchio di fango in mano».

«Tutto sommato però la situazione a Bologna resta stabile. I veri problemi ci sono stati in Romagna, come abbiamo visto in tv – prosegue -. In questo momento la priorità è mettere in sicurezza le persone e stabilizzare la situazione nel suo complesso. Il Comune di Bologna, ad esempio, ha messo in moto una imponente macchina della solidarietà e sta raccogliendo i nominativi di chi potrà e vorrà dare una mano a pulire cortili e altri spazi. Anche questa volta – conclude – i Romagnoli sapranno rialzarsi, ma ogni volta diventa più difficile».

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