«Il Majo è come Natale, non si rinvia», con questa premessa, davanti alle condizioni meteo non ottimali, ieri sono iniziati i preparativi per la festa-simbolo di San Giovanni Lipioni in programma oggi (appuntamento alle 14.30).
Adulti e bambini sono partiti alla ricerca dei ciclamini nei boschi che circondano il paese nonostante la pioggia caduta fino a poche ore prima. I fiori serviranno a decorare il Majo, una sorta di croce (la stessa dal 1956), simbolo di prosperità, che oggi farà il giro delle paese per dare l’augurio alle famiglie (molte delle quali prepareranno un banchetto davanti le proprie abitazioni): «non sono le persone che vanno dalla divinità, ma è la divinità che va dalle persone», spiega il presidente della Pro Loco Mattia Rossi.
Il paese, uno dei più piccoli d’Abruzzo, così per qualche giorno si anima della presenza di sangiovannesi d’origine emigrati altrove e sangiovannesi d’adozione: amici della comunità che non rinunciano all’appuntamento e tornano ogni anno. Lo si comprende soprattutto dagli accenti che riecheggiano nel bosco durante la raccolta: bolognese innanzitutto (a Bologna ci sono tanti sangiovannesi e le seconde generazioni non mancano all’appuntamento arrivando spesso in paese insieme agli amici emiliani), veneto, francese.
Terminata la raccolta, non possono mancare pranzo collettivo e danze tradizionali come la spallata. Nel primo pomeriggio, di nuovo tutti a lavoro per addobbare il Majo che oggi uscirà nonostante la pioggia.
L’edizione di quest’anno presenta un’eccezionalità e si arricchisce di un significato importante. Le croci saranno due, oltre a quella ricoperta dai ciclamini raccolti, ce ne sarà un’altra composta da centinaia di fiori e addobbi in ceramica realizzati dai ragazzi disabili della onlus Cielo e Terra di Trivento, associazione di volontariato con la quale la Pro Loco collabora da tempo. Il Majo, riprodotto con una precisione eccezionale, è stato donato alla Pro Loco come ringraziamento e simbolo di affetto tra le due associazioni.