«Ceramica tradizione di famiglia, ma per darle un futuro tutto il settore deve unire le forze»

Tra gli antichi mestieri per cui la città di Lanciano è nota fin dall’antichità c’è sicuramente quella del vasaio e del ceramista. Un arte millenaria che affonda le sue origini nelle antiche civiltà della storia, ed in ogni epoca, ognuna a suo modo ed in maniera differente a seconda dell’area geografica, si sono cimentate nella lavorazione e creazione della creta e della terracotta raffigurando su vasi, anfore, formelle e piatti non solo scene di vita quotidiana ma anche le gesta degli dei ancestrali ed in epoca cristiana, i miracoli e le apparizioni prodigiose di santi e madonne.

A Lanciano, non lontano da piazza Plebiscito un giovane ceramista, Riccardo Ferrara, con grande amore e e maestria porta avanti, secondo la tradizione di famiglia (che va avanti dal 1855) un mestiere affascinante ma che, inevitabilmente, deve scontrarsi contro i problemi della società attuale. «La cosa che, tanti anni fa mi spinse a intraprendere questo cammino – afferma Ferrara a Chiaro Quotidiano – fu la passione. Il mio percorso formativo proveniva da un ambito diverso, avendo studiato alle Magistrali e ottenuto l’abilitazione per l’insegnamento scolastico. Riscoprendo la storia dei miei bisnonni e nonni, maestri nella terracotta, ho deciso anch’io di riprendere in mano l’arte di famiglia, recandomi a studiare all’istituto “F.Grue” di Castelli, centro d’eccellenza abruzzese in questo campo. Avrei potuto scegliere anche Faenza o Deruta, ma la grande tradizione di Castelli mi ha spinto verso questa località. Lì si da vita ad opere di grandissimo pregio ed anche le basi formativo che vengono insegnate sono di livello».

Del resto l’Abruzzo è una regione dalla grande tradizione ceramica ed oltre a Lanciano e Castelli vanno citate Pescara e Loreto Aprutino come realtà consolidate a partire dal 1500. L’Italia tutta in realtà può vantare delle eccellenze che la differenziano dalle produzioni europee che vengono realizzate tramite stampi, a differenza dei maestri nostrani che operano al tornio, «un’attività che richiede molta più maestria – sottolinea Ferrara – e che da vita ad un prodotto finito decisamente migliore». Completati gli studi a Castelli, Riccardo torna a Lanciano dove apre la sua attuale bottega, «Venticinque anni fa essendo io un giovane disoccupato beneficiai del cosiddetto “credito d’onore” che mi mise a disposizione una somma (pari agli attuali 20mila euro) per iniziare l’attività. Nel 2012 ho inventato un particolare contenitore da cucina per gli arrosticini, che ho brevettato non come un modello di “utilità” per evitare una inutile “guerra dei poveri” nel nostro settore».

Oltre a questi particolari prodotti, Ferrara realizza anche su ordinazione ceramiche d’arte, ispirandosi ai modelli di Castelli ed ai pezzi pregiati della collezione Orsini – Colonna. Un’arte come dicevamo millenaria quella del ceramista ma che, senza nuove leve rischia di scomparire, «In passato – sottolinea Riccardo – esisteva la bottega scuola ed ho avuto un ragazzo per un anno qui a lavorare con me. Con questa istituzione si cercava di coprire i tre anni di apprendimento nella bottega, ma reputo importante frequentare prima un istituto d’arte dove studiare teoria e storia dell’arte ed il pomeriggio lavorare praticamente con la ceramica. Io – sottolinea Ferrara – ho avuto modo di fare pratica in un vecchio forno a legno con il mio maestro, mentre oggi con i nuovi forni elettrici tutto è più facile per cuocere i materiali».

Un artigianato di alto livello che, secondo Ferrara, ha bisogno di garanzie e tutele per guardare al futuro, «ad eccezione di Castelli dove c’è un consorzio che tutela il centro ceramico e anche durante la pandemia ha sostenuto i propri ceramisti, chi in Abruzzo fa un lavoro di qualità al di fuori di Castelli, non ha le stesse garanzie e tutele. Si rischia di essere dei “signor nessuno” perchè senza un marchio che ci riunisca tutti vengono a mancare anche questi interventi strutturali per il settore. Idee, e spot ce ne sono stati tanti ma il vero marchio è quello che sostiene il settore per evitare che la tua, o l’attività di un collega possa chiudere la serranda a fine mese. Il mercato della ceramica risente come tutti della crisi ed anche dell’aumento dell’energia e delle materie prime ma la “problematica” maggiore deriva dal fatto che la ceramica è un bene voluttuario, considerata di “lusso”. Bisogna unire le forze, lavorare insieme a progetti e visioni nell’interesse di tutto il comparto».

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