«Ciao, Massimo. Continua a insegnarci qual è la strada migliore»

La bandiera tricolore dell’Anpi è il vessillo che accompagna Massimo Di Rienzo nel suo ultimo viaggio. Lui, che le sue idee le esprimeva sempre con garbo, passione e analisi mai superficiale, era capace di dialogare con tutti, anche e soprattutto con chi non la pensava come lui. Centinaia di persone vogliono salutare l’ex direttore del carcere di Vasto e dirigente comunale: sono tanti amici, ma anche colleghi e semplici cittadini che Massimo lo hanno conosciuto. E chi lo ha conosciuto gli ha voluto bene.

«Ho incontrato Massimo per la prima volta nel carcere di Rebibbia, di lì a poco sarebbe diventato direttore – racconta don Sandro Spriano, cappellano del penitenziario romano, che celebra le esequie – Ci siamo guardati negli occhi e sorrisi. L’ho sposato qui in chiesa con Raffaella», un’unione da cui è nata «la famiglia con gli splendidi figli», Alessandro, Rossana, Marco e Viola, cui il sacerdote si rivolge anche sul finire dell’omelia.

Massimo e don Sandro sono sempre rimasti in contatto: «Non mi ha mai mandato un messaggio banale, sempre una riflessione sulla vita», perciò «Massimo continua ad amare tutti i suoi amici, e ne aveva tanti, perché sapeva donare amore». Il celebrante legge le toccanti parole scritte da Raffaella, la moglie di Di Rienzo. E infine ricorda: «Non è stato il direttore inflessibile, ma un uomo che si accosta a un altro uomo, anche se quest’ultimo è detenuto. A Massimo chiedo di continuare a insegnarci qual è la strada migliore, perché lui l’aveva trovata».

Ai familiari le sincere condoglianze di Chiaro Quotidiano.

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