“Albergo Vittoria”: volti e personaggi tra storia e romanzo

A Lanciano, sugli anni neri della Seconda Guerra Mondiale tanto è stato detto e scritto, dal sacrificio degli Eroi Ottobrini, passando alla storia della famiglia Grauer fino alla vicenda di Maria Eisenstein e del campo di concentramento di Villa Sorge, molte sono le pagine di storia che fortunatamente sono riemerse dall’oblio e dalla memoria dei sopravvissuti, per esser consegnate al ricordo della collettività. Uno dei protagonisti di questa incessante attività di riscoperta è senza dubbio il professor Gianni Orecchioni che da presidente della storica casa editrice “Rocco Carabba” sta svelando le nebbie del tempo su tanti fatti, situazioni e vicende che attendono ancora di essere riportate alla luce.

Sarà presentato oggi, giovedì 13 aprile alle 18, nella Sala d’Onore “Benito Lanci” la sua ultima fatica letteraria dal titolo “Albergo Vittoria: ovvero l’internamento dell’alta società tra il 1940 ed il 1943”. A Lanciano durante il periodo del Secondo Conflitto Mondiale, un piccolo albergo di provincia venne utilizzato per ospitare internati e confinati dell’alta società. Tra le pagine del libro le vicende singolari di nobili, manager, diplomatici, ex parlamentari ed imprenditori, viene ricostruita attraverso una ricerca durata vent’anni attraverso una sceneggiatura fatta di immagini e musiche dell’epoca.

Ma il volume ha anche il taglio del romanzo perché tra le stanze dell’albergo prendono vita racconti di spionaggio, di servizi segreti, di Resistenza e lotta partigiana. Una prospettiva fino ad ora inedita con cui Orecchioni racconta il dramma della guerra e del fascismo. «Ho voluto camminare tra le frontiere – sottolinea il professor Orecchioni – in una sorta di terra di nessuno dove non ci sono regole e sentieri tracciati. Mi sono avventurato nel bosco della memoria dove pur dinanzi ai confini del rigore storico, si sperimentano forme e strutture linguistiche che fossero capaci di creare empatia, stimolando l’intelligenza del lettore.

L’albergo Vittoria – sottolinea Orecchioni – fu costruito negli anni ’20 del ‘900 aveva il suo ingresso vicino all’ex stazione ferroviaria ed a pochi passi da Villa delle Rose, in una zona nevralgica della città tra il centro storico e la parte nuova ed industriale dove sorgeva anche il calzaturificio Torrieri. Quando poco dopo l’ingresso dell’Italia nel conflitto arrivarono in città le prime internate di Villa Sorge, in pochi si accorsero della loro presenza perché il campo era in una zona allora periferica, ma gli internati del Vittoria venivano notati per la loro eleganza che emergeva sia nel vestiario, sia nella cultura ed educazione che essi possedevano». Il volume di Orecchioni non è diviso per capitoli ma per stanze, come se in un moderno “tour room” ci ritrovassimo in quegli anni. nei corridoi dell’albergo e stanza dopo stanza noi aprissimo con il pensiero e la lettura, queste porte dietro cui si svelano uomini, donne, famiglie, personaggi e vicende che grazie al lavoro dell’autore tornano ad essere vivide ed attuali.

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