Miasmi a Punta Penna, protesta in piazza poi l’accordo: incontro imprese-Comune-ambientalisti

Un incontro pubblico tra Comune, industriali e associazioni. Così a Vasto si cercherà una soluzione all’annosa questione dei miasmi maleodoranti a Punta Penna. Lo hanno deciso il sindaco, Francesco Menna, e i rappresentanti del Comitato spontaneo cittadino a difesa della salute pubblica al termine dell’incontro di stasera in municipio. Il confronto, a tratti anche aspro, era stato preceduto dal sit-in di protesta in piazza Barbacani dopo gli ennesimi odori sgradevoli che, nei giorni scorsi, erano stati segnalati non solo nel quartiere vicino alla zona industriale, ma anche diversi chilometri a sud, in pieno centro.

Dopo la manifestazione, l’incontro nell’aula consiliare Vennitti. Menna, l’assessore all’Ambiente, Gabriele Barisano, e la funzionaria del settore pianificazione territoriale, Gisella La Palombara, hanno risposto agli interventi di Lino Salvatorelli (Arci), Nicholas Tomeo (Forum civico ecologista), Marco Cannarsa (Geav), Elio Scurti (ex direttore tecnico del Coniv, il depuratore di San Salvo di proprietà dell’Arap), il consigliere regionale Pietro Smargiassi, lo storico Luigi Murolo e due storici attivisti delle battaglie ambientaliste: Daniele Menna e Michele Celenza.

«Questa vicenda non si può affrontare alzando steccati, ma riguarda la vita di tutti noi», ha sottolineato Stefano Taglioli (Gruppo fratino Vasto). «Tutte le iniziative prese – ha detto Salvatorelli – non sono state finalizzate ad accertare chi produce questi odori molesti». «Che fine hanno fatto – ha chiesto Celenza – Prt (Piano regolatore territoriale, n.d.r.) e Pan (Piano di assetto naturalistico, n.d.r.)?».

«Intanto – ha proposto Menna – incontriamo le industrie di Punta Penna: le convochiamo e cerchiamo un dialogo». Prima aveva precisato, rispondendo alla richiesta di ordinanze di stop a nuovi insediamenti potenzialmente inquinanti: «Ma come può fare il Comune a chiudere le aziende? Si aprirebbe la strada a un contenzioso. Per chiudere le aziende devo attenermi alle relazioni dell’Arta, oppure del Noe o dei Nas. Le ordinanze sanitarie hanno grossi limiti. Se non sono sorrette da comprovate motivazioni, mi espongono all’accusa di abuso d’ufficio e a richieste risarcitorie milionarie nei confronti del Comune. In passato abbiamo negato l’autorizzazione ad aprire aziende, lo abbiamo fatto sulla base di comprovati motivi e poi abbiamo vinto tutte le cause».

«L’Arta – ha precisato Gisella La Palombara – ci ha sempre detto che non ha gli strumenti. Ci ha detto di poterci fornire una centralima, ma questa rileva solo il Pm10 prodotto dal traffico veicolare. Inoltre le centraline devono essere tarata su inquinanti precisi, quindi dobbiamo sapere cosa cercare. Quindi abbiamo pensato di dare incarico a un esperto per capire che tipo di emissioni ci sono a Punta Penna e poi acquistare una centralina, che però è molto costosa e va messa nella posizione giusta, quindi bisogna fare anche uno studio sui venti».

Al tirare delle somme, ecco le azioni che verranno messe in campo: l’amministrazione comunale scriverà alla Regione Abruzzo e all’Arta nell’ennesimo tentativo di avere un monitoraggio costante della qualità dell’aria; un incontro pubblico tra industriali, Comune, associazioni ecologiste e cittadini; una seduta di Consiglio comunale con la partecipazione di Arta, Arap e Regione; una variante al Prt (Piano regolatore territoriale) della zona industriale di Punta Penna con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *