Una vita controcorrente e “due passi” avanti: Porro racconta il suo Antonio Martino

Un’aula Cinerini stracolma ha accolto ieri sera, martedì 28 marzo, l’arrivo al Palazzo degli Studi di Nicola Porro giunto a Lanciano per presentare la sua ultima fatica editoriale “Il Padreterno è liberale, Antonio Martino e le idee che non muoiono mai”, edito dalla casa editrice Piemme. Il celebre giornalista, blogger ed opinionista, attuale vicedirettore de “Il Giornale” e presentatore del fortunato format Mediaset “Quarta Repubblica” ha dialogato con il giornalista dell’Huffington Post, Davide D’Alessandro, il parlamentare e deputato Alessandro Orsini, il docente di Sociologia Politica Antonello Canzano e con il consigliere della Regione Abruzzo Manuele Marcovecchio. Ad introdurre la serata è stato invece Sandro Sala che ha annunciato la prossima creazione a Lanciano e sul territorio di una nuova realtà associativa che si occupi di organizzare incontri, presentazioni e dibattiti a tema politico.

Antonio Martino, siciliano di nascita, scomparso nel 2022 è stata un’importante figura della recente storia politica italiana, ricoprendo tra l’altro, il ruolo di ministro degli Affari Esteri e quello di ministro della Difesa rispettivamente nel governo Berlusconi I e nei governi Berlusconi II e III, essendo anche deputato dal 1994 al 2018. Quella di Martino, di formazione ed idee liberali, è stata una personalità fondamentale nella visione che fu alla base della nascita di Forza Italia, ma nonostante ciò la sua vita ed esperienza è difficile da inquadrare in categorie pre costituite. «Quello che oggi presento – ha affermato Nicola Porro – non è un bel libro, nè una biografia o un libro di politica, ma semplicemente il racconto della mia esperienza professionale ed umana con Antonio Martino. Ho avuto l’onere e l’onore di dare vita ad un volume che lui per “pigrizia” non avrebbe mai voluto realizzare.

I ragazzi di oggi – ha continuato l’ospite – hanno a disposizione Tik Tok, Netflix e tante distrazioni, io ho avuto la fortuna di poter vivere un rapporto lavorativo e di amicizia con una persona che nella sua vita è stata spesso e volentieri controcorrente ed al tempo stesso “due passi avanti” per la visione che lo animava e per nel saper essere spesso precursore di tanti fatti e situazioni affermatesi soltanto anni dopo». Tra i tanti aneddoti, anche simpatici ricordati da Porro c’è quello sull’interesse di Martino per i primi mezzi informatici e pc, «ancora prima di Windows utilizzava un vecchio computer con sistema operativo Ms-Dos con cui mandava email che chissà dove finivano» oppure l’eleganza, lo stile e la signorilità con cui sapeva smarcarsi da situazioni poco gradite, come quando per giustificare il suo mancato approdo al ministero della Giustizia, spiegò scherzosamente che la Farnesina (sede del ministero degli Esteri) era più vicina a casa sua e con un parcheggio più grande, oppure quando pur di evitare il suo ingresso ad una posizione di vertice nell’alleanza atlantica, si congedò da Bush e Berlusconi, con la scusa di “voler fare il nonno e dedicarsi ai suoi nipoti”.

«Martino – ha sottolineato il giornalista aveva un ideale così alto della libertà e della liberalità che durante la recente pandemia qualcuno ha travisato il suo pensiero accomunandolo a quello di un no-vax, ma Martino non era contro la scienza e la medicina, non dubitava dell’efficacia dei vaccini ma del concetto di uno Stato che non può e non deve decidere della salute pubblica. Aveva paura e timore di un ribaltamento del concetto di Stato stesso che diventa pericoloso quando tradisce la sua natura, che è quella di un’entità al servizio del popolo. Il più grande insegnamento che ho avuto da lui – ha sottolineato ancora Porro è quello di non doversi mai arrendere alla perdita della libertà stessa, di non dare mai il nostro futuro nelle mani degli altri e soprattutto di continuare a pensare, a porgerci domande e nel caso anche a sbagliare che è u diritto di sui nessuno può privarci».

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