«Preoccupati per i servizi ed il diritto all’assistenza sociale e sanitaria»

Nei mesi scorsi il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli ha presentato al governo il suo disegno di legge sull’autonomia differenzia, una proposta di cui si parla da anni, derivata dalla riforma della Costituzione del 2001 secondo cui tutte le regioni a statuto ordinario possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie. L’autonomia differenziata è quindi una politica che prevede la concessione di maggiore autonomia a determinate regioni o comunità all’interno di un paese. Questa autonomia può includere la possibilità di prendere decisioni in materia di politica, di gestire i propri affari interni e di avere maggiore controllo sulla propria economia. Essa viene spesso utilizzata come mezzo per gestire le differenze culturali e linguistiche all’interno di un paese e per promuovere l’uguaglianza e la coesione tra le diverse comunità. Tuttavia è spesso oggetto di dibattito e può essere vista come un modo per dividere le comunità o per favorire alcune regioni a discapito di altre.

Contro l’autonomia differenziata, vista come un provvedimento “divisivo” si sono schierati i consiglieri di minoranza del Comune di Lanciano che hanno firmato una mozione contraria che verrà presa in esame al prossimo Consiglio Comunale del 29 marzo.  Prima firmataria della mozione è la Rita Aruffo, del gruppo di Lanciano per Tutti insieme a Leo Marongiu, nonché co-portavoce di Europa Verde Frentania. La mozione esprime l’estrema preoccupazione di tutti i consiglieri di minoranza sul Disegno di Legge Calderoli.

«Le istituzioni locali – sottolineano i consiglieri – hanno il diritto ed il dovere di comprendere cosa accadrà quando l’Abruzzo, sulla base esclusiva della propria capacità fiscale territoriale, dovrà dare risposte concrete e adeguate ai diritti all’assistenza sociale e sanitaria, all’istruzione e al trasporto pubblico locale. Al di là degli schieramenti politici e partitici, il consiglio ha il dovere di esprimere una posizione precisa sulla posta in gioco, attraverso un esame realistico della Sanità in Abruzzo e in particolare dei livelli essenziali di prestazione (LEP).

La riforma trasferirà deleghe su materie fondamentali dallo Stato centrale alle Regioni. Le Regioni potranno quindi trattenere quota parte delle entrate fiscali, oggi solidaristicamente destinate alla “cassa comune” e coerentemente ancorate ad uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione. L’Italia, infatti, resterà “una e indivisibile” solo se sarà ribadita l’uguaglianza del diritto e della dignità dei suoi cittadini, a prescindere dai confini regionali.Una volta attuata la riforma, è preventivamente possibile asserire che la Regione Abruzzo dispenserà ai suoi cittadini gli stessi livelli di assistenza sanitaria di una regione del Nord Italia?»

È questa la domanda che la Aruffo e gli altri consiglieri porranno nell’Assise Comunale per conoscere le posizioni di tutti i consiglieri. L’auspicio dell’opposizione è quello di di veder sgombrato il campo da scelte demagogiche che non prescindano, ottusamente, dalla reale valutazione delle risorse della nostra Regione. Anche a livello locale è fondamentale prendere posizioni che guardino ad una reale unità del paese e al costituzionale principio di solidarietà che dovrebbe continuare ad unire tutti i cittadini italiani, in qualsiasi regione essi vivano.

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