Comune ed Adriatica Cabaret insieme per le popolazioni terremotate di Turchia e Siria

Presentata questa mattina, lunedì 20 marzo nel salone “La Maratona della Solidarietà” l’evento organizzato dal Comune di Lanciano in collaborazione con l’Associazione di Spettacolo “Adriatica Cabaret” che prenderà il via giovedì 23 marzo al Teatro Fenaroli, con una giornata no stop di teatro e cabaret. Le offerte derivanti dalla vendita dei biglietti saranno devolute all’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite) dell’Unicef, finalizzate al sostentamento dei bambini rimasti orfani nel terremoto della Siria e Turchia.

«Dopo poche ora dal drammatico evento – ha dichiarato il vicesindaco ed assessore alla Cultura Danilo Ranieri – il primo pensiero è stato quello dei bimbi e ragazzi che sarebbero rimasti orfani, tenuto conto che, in alcune aree di quel mondo, il sistema di welfare sociale, per di quel tipo di fragilità, non sempre ha gli stessi livelli di protezione a cui siamo abituati nei nostri paesi occidentali. Inoltre, in generale nel mondo – prosegue Ranieri –  è evoluta in senso negativo la gestione di fenomeni criminali nei post eventi calamitosi di enorme rilevanza. Vi è un terzo elemento che temevo e che stigmatizzo da sempre. L’attenzione mediatica su questi eventi tragici purtroppo si spegne nel giro di pochi giorni.

Queste le ragioni che ci hanno indotto ad organizzare questa “maratona” di solidarietà, a sfondo culturale e sociale, rispetto alla quale facciamo appello a tutta la comunità frentana affinché risponda presente venendo a donare solo un euro. Adottiamo simbolicamente un orfano, come se fosse un nostro figlio, nipote, cugino». «Abbiamo tutti il dovere di aiutare le persone che purtroppo si trovano ad affrontare eventi drammatici e di forte impatto negativo sulla loro vita – ha detto il sindaco Filippo Paolini – e iniziative come questa servono a dare un segnale di vicinanza e di supporto a chi ha bisogno di un aiuto concreto e tangibile per risollevarsi, come in questo caso i bambini e giovani rimasti orfani nel post terremoto della Siria e Turchia».

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